Corteo storico

Il dottor Domenico Venezia, già direttore del Banco Di Napoli, è stato tra i fondatori del Corteo Storico che lo vede impegnato, come figurante, nelle vesti del Rettore della Curia Maggiore e del Cambiatore. Le diapositive riprodotte, con sua cortese autorizzazione, ci riportano indietro nel tempo, quando Cassino…

Il primo periodo prende il nome dalle “cellae”, piccoli monasteri, nei quali i “villici” coltivavano le terre intorno -appunto- a queste “cellae”. Questo periodo termina nell’883 con il saccheggio delle “cellae” da parte dei Saraceni, che costrinsero i monaci a riparare prima a Teano e poi a Capua. La terra di S.Benedetto rimase spopolata fino a quando l’abate Aligerno fece ritorno a Montecassino con i suoi monaci. In questo periodo caratterizzato da colonizzazione e fortificazioni l’abate  impose delle tasse che furono l’origine del tributo a S.Benedetto.
Nel terzo periodo nacque la milizia, costituita da nobili che si mettevano a servizio dell’Abbazia ed erano per questo esentati da imposte e servigi. Fu un secolo d’oro, dominato dalla figura dell’abate Desiderio che rese l’Abbazia ricca e potente al punto che nel 1137 il re Ruggiero II si impadronì delle sue ricchezze per finanziare le spese militari. La situazione economica precipitò e diminuirono de donazioni. Un colpo decisivo le fu inferto da Federico II che costrinse il monastero a partecipare alla crociata in terra Santa. Il monastero, impoverito, fu infine trasformato in presidio militare e spogliato di quel poco che era rimasto.
La nomina ad abate di Bernardo Ayglerio creò i presupposti per una rinascita dell’Abbazia. Vennero creati tre “Regesti” nei quali vennero annotati i titoli di proprietà delle terre, i diritti del monastero, gli obblighi dei sudditi, gli usi e le consuetudini, i confini dei territori. Questi “Regesti” consentono quindi di conoscere l’organizzazione del territorio ed i suo funzionamento.

L’intero territorio della Terra di San Benedetto era esclusivo dominio del monastero. Gli abitanti di ogni castello potevano usufruire delle terre del monastero con facoltà di trasmettere il beneficio ai discendenti, pagando le tasse dovute (Herbaticum, Glandaticum, Acquaticum). I dipendenti erano tenuti a prestare la loro manodopera (angararie) pagando un tributo, il terratico, pari ad 1/7 della produzione del frumento, 1/3 del vino e 1/15 di ortaggi e frutta. I coloni potevano commerciare, fare donazioni ed emigrare. La liquidazione dei loro beni era assoggettata ad una tassa di 1/3 del ricavato, la terziaria. Il “rettore”, rappresentante dell’abate, aveva il compito di incassare i tributi con l’aiuto del “baiulo” un collaboratore amministrativo.

Commercio (mercatores) ed artigianato erano discretamente sviluppate e soddisfacevano la domanda della signoria cassinese e dei territori limitrofi. Le donne provvedevano alla filatura, tessitura e confezionamento di indumenti personali. Nelle botteghe c’era la figura del “magister” coadiuvato da apprendisti. tra gli artigiani ricordiamo i calzolai, corizzari, orefici, fabbri ferrai, albergatori, agenti di cambio, muratori, sarti, laboratores de galla, fabbricanti di laterizi, braccianti ed ortolani, mercanti di stoffa, tavernieri, macellai.

Le consuetudini rappresentavano l’unica fonte di diritto accanto alla legge longobarda ed erano affidate alla memoria degli abitanti del territorio. il Pater familias era l’autorità domestica e giudicava i parenti entro il secondo grado.

Per vedere altre foto del Corteo Storico oltre al sito ufficiale dell’Abbazia, nella sezione eventi, merita una segnalazione il sito del fotografo Enzo Raineri.

Foto Corteo Storico:


 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi