la sesta settimana ospita il nefrologo, lo specialista dei reni, e l’ortopedico, che si occupa del buon funzionamento dell’apparato osteo-articolare.

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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

CLASSE IV SEZ. C – LICEO CLASSICO  G.CARDUCCI CASSINO

INCONTRO CON IL DOTTOR PASQUALE RUO DEL 23/02/2017

Giovedì 23 Febbraio abbiamo assistito alla lezione dell’ortopedico Pasquale Ruo, il quale, con la sua simpatia, ci ha illustrato il suo percorso scolastico e la sua professione. I suoi studi hanno avuto inizio a Foggia dove ha frequentato le scuole elementari, medie e infine il liceo scientifico laureandosi con il massimo dei voti. Successivamente tentò i test d’ingresso per la facoltà di medicina a “La Cattolica” e alla “Sapienza” scegliendo poi quest’ultima. La scelta della professione è stata influenzata dal ricordo di quando era bambino ed a Carnevale si mascherava da medico e dal nonno che era veterinario e molto spesso infatti lo accompagnava nelle visite di paese. Dopo averci raccontato un po’ la sua storia, ha iniziato a parlarci del suo lavoro spiegandoci che l’ortopedico è un chirurgo che si occupa di muscoli, tendini ed ossa. Oltre ad essere ortopedico, è anche traumatologo, un medico che si occupa della cura di lesioni da traumi. Poi ci ha mostrato i cambiamenti che la sua professione ha subito nel tempo soffermandosi sulle difficoltà di accesso al mondo del lavoro e le difficoltà che si incontrano in ambito ospedaliero e che costringono i medici a lavorare anche privatamente oltre che in enti pubblici. Infine ha concluso la sua lezione esponendo le principali caratteristiche che occorrono per essere validi dottori: il costante aggiornamento, poiché oggi la medicina è in continua evoluzione, e l’instaurazione di un buon rapporto con il proprio paziente.

CLASSE IV SEZ. A – LICEO CLASSICO  G.CARDUCCI CASSINO

INTERVISTA AL DR. PASQUALE RUO DEL 23/02/2017

Qual è stato il suo percorso scolastico?

Il Dr. Pasquale Ruo è originario di Foggia, dove ha frequentato il liceo scientifico “Alessandro Volta”. Sin da piccolo, afferma il dottore, i genitori gli avevano inculcato di essere “bravo bravissimo”. I suoi compagni di classe del liceo erano tutti molto studiosi, e ciò lo stimolò molto: infatti non poteva certo sfigurare. Decise di frequentare l’università a Roma perché a Foggia era “di moda” andare a studiare lontano.

Fece il concorso per entrare a La Cattolica (perché la zia era suora) e a La Sapienza. Riuscì a vincere entrambi, trovandosi dunque a dover scegliere quale delle due università fosse meglio frequentare. Ed ecco un simpatico aneddoto: di ritorno a Foggia, il Dr. Ruo incontrò un frate sul treno. Nel chiacchierare, il frate gli disse di non scegliere La Cattolica, perché avrebbe avuto a che fare con una “banda di delinquenti”(in riferimento alla storia del fondatore di tale università). Il dottore ascoltò il consiglio, e scelse La Sapienza.

Conseguita la laurea e la specializzazione in ortopedia, il Dr. Ruo decise di trasferirsi a Cassino per amore. Attualmente opera nell’ospedale di Sora.

Quali sono stati i motivi della scelta?

Con grande simpatia, il dottore ci ha detto che la sua scelta è stata causata dal fatto che, quando era piccolo, la madre, a Carnevale, lo vestiva sempre da medico.

La professione corrisponde a quanto voleva fare?

Assolutamente sì. Non potrebbe immaginare di fare altro.

Quali sono le principali difficoltà che ha incontrato nella sua formazione professionale?

Al dottore è pesata molto la vita lontana da casa. Non c’erano molti mezzi di comunicazione e di trasporto che gli consentissero di tornare facilmente a Foggia. Decise, dunque, di laurearsi in cinque anni (e non in sei) per tornare a casa il prima possibile.

Alla luce della sua esperienza, rifarebbe questo percorso?

Sì, e ritiene che sia importante non pentirsi mai delle proprie scelte.

In cosa consiste la sua professione?

L’ortopedico è un chirurgo che si occupa di ossa, muscoli, tendini, articolazioni, vasi e nervi. Due sono le branche: l’ortopedia, dove si affrontano infiammazioni e problemi genetici e vari, e la traumatologia, dove si affrontano, come suggerisce il nome, traumi. Il chirurgo è più pratico del medico e negli ultimi tempi ha a che fare, purtroppo, soprattutto con giovani.

Com’è cambiata la professione in questi anni e quali sono le prospettive?

L’ambiente sanitario evolve. Quando il Dr. Ruo ha cominciato a fare gli esami di medicina, gli sbocchi occupazionali erano diversi da quelli di adesso. Molti meriti vanno indubbiamente alla tecnologia sempre più avanzata.

In quale ambito (medicina ospedaliera o territoriale) viene esercitata la professione?

Entrambi, a patto che possano sostenere la parte chirurgica.

Qual è l’oggettiva differenza tra un operatore in strutture pubbliche e uno in strutture private?

In entrambi gli ambiti è richiesto molto sacrificio. Questa professione è una missione.

Quali difficoltà ci sono per chi volesse operare in ambito ospedaliero?

La sanità segue la questione politica. Ci sono pochi fondi e personale.

Quali difficoltà ci sono per chi volesse operare da libero professionista?

Bisogna trovare una struttura che possa mettere a disposizione una sala operatoria.

Qual è la differenza tra la professione esercitata in Italia e quella all’estero?

L’università italiana è molto considerata all’estero. E’ proprio in Italia che spesso non le viene riconosciuta la giusta importanza.

Viene riconosciuta l’esperienza all’estero nel momento di tornare in Italia?

No. Inoltre, chi ha avuto esperienze all’estero difficilmente decide di tornare in Italia, che ormai è in declino.

Quali caratteristiche deve avere uno studente per fare questa professione?

Lo studente deve impegnarsi e avere voglia di studiare e di misurarsi. Questo è il segreto per raggiungere qualsiasi traguardo.

La professione può creare ulteriori possibilità di lavoro?

Se si consegue una specializzazione in una professione sanitaria, si può fare solo quella.

C’è concreta possibilità di accedere a scuole di specializzazione?

Sì, ma ormai le scuole di specializzazione in ortopedia sono quasi deserte. Ciò è dovuto al fatto che molti ortopedici sono continuamente bersaglio di denunce. E’ però importante dimostrare quotidianamente di aver fatto del proprio meglio.

Quanto pesa la fortuna/casualità?

Le cose accadono, spesso indipendentemente da noi. Non bisogna forzare il destino.

Consiglierebbe ad uno studente o ad un figlio questa professione? 

Sì, perché gli farebbe molto piacere avere qualche collega in più.