Quinto appuntamento per il progetto di alternanza Scuola-Lavoro: i giovani incontrano le professioni del mondo della salute. Protagonisti il pediatra, la dottoressa Stefania Di Russo, che incontrerà i ragazzi delle classi terze ed il ginecologo, il dr. Raffaele Di Sarno, che incontrerà i ragazzi delle classi quarte.

rassegna stampa:

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

CLASSE III SEZ. B – LICEO CLASSICO G. CARDUCCI CASSINO

 INCONTRO CON LA DOTT.SSA Stefania Di Russo DEL 15/02/2017

 

Mercoledì 15 Febbraio 2017 noi alunni frequentanti la classe III B del Liceo Carducci ci siamo, come nostro solito per il progetto di alternanza scuola-lavoro, recati presso la Farmacia Europa di Cassino per un altro incontro a tema con un diverso specialista in Medicina.

Prima dell’incontro, un rappresentante della Croce Rossa ci ha mostrato come salvare un neonato, un bambino e un adulto da un eventuale soffocamento.
– Il neonato.
Il neonato in caso di soffocamento da cibo (il 67% delle volte accade mentre mangiano) inizierà a tossire e a cambiare colore in viso.
Nel momento in cui è cosciente non bisogna perdere la calma ma bisogna invitarlo a tossire, se non riesce a liberarsi del boccone tossendo, chiamare il 118 e intervenire subito con le determinate manovre, che sono passare il nostro braccio sotto al suo e afferrarlo per la mandibola, posizionarlo su una nostra gamba leggermente inclinata verso il basso e dargli cinque colpi ben assestati dalla scapola verso l’esterno.
– Il bambino.
Fare le stesse manovre per un neonato, altrimenti (sempre se cosciente) si utilizza la manovra di Heimlich; si cinge il bambino da dietro con le braccia utilizzando le mani per esercitare una pressione sotto il diaframma: poi si alternano cinque colpi alla schiena con cinque spinte addominali.
– L’adulto
Per l’adulto si può utilizzare la manovra di Heimlich ma nel caso sia incosciente, come potrebbe succedere anche ad un bambino, va posizionato sul piano rigido e si procede con la rianimazione: bisogna mettere la mano sul suo sterno, due dita sopra il punto in cui si uniscono le costole inferiori (sul processo xifoideo); l’altra mano va appoggiata sopra la prima e si eseguono trenta compressioni del torace (affiché stimoli il battito cardiaco).
Ci ha anche illustrato come usare un defibrillatore in modo adeguato, molto accuratamente.

Finito ciò, ha avuto inizio il medesimo incontro a tema.
Questa volta era con la dottoressa Stefania Di Russo, pediatra di base da circa trent’anni, la quale si è presentata a noi con due suoi piccoli pazienti.
Abbiamo iniziato l’incontro affrontando il tema del vaccino, e della sua importanza.
La dottoressa inizia dicendo che il vaccino è una maniera per sollecitare la difesa degli anticorpi, quindi di una difesa da parte dell’organismo, una specie di memoria immunitaria che sia in grado di preservarci dalla malattia: si sviluppa una malattia in maniera completamente asintomatica, silente, e l’organismo nel momento in cui entra in contatto con il virus che determina quella malattia si difende producendo gli anticorpi.
Ci sono malattie che siamo riusciti a debellare completamente come il vaiolo.
Ma perché una malattia non si diffonda interamente in una determinata nazione c’è bisogno che almeno il 95% della popolazione venga vaccinata. Perché si elimini completamente una patologia dev’essere vaccinato il 95% di tutta la popolazione mondiale. Purtroppo ci sono persone che nascono con un deficit del sistema immunitario e non possono vaccinarsi.
L’effetto dannoso che si può avere è equivalente all’assunzione di un qualsiasi farmaco e gli effetti collaterali che possono dare sono prevalentemente locali (dolori nel punto dell’iniezione o dell’arto dove c’è stata l’iniezione). E la febbre successiva alla vaccinazione è un dato positivo, vuol dire che l’organismo, producendo gli anticorpi, sta reagendo a questa sostanza.
Lei poi ci ha detto che il bambino appena nasce fa un vaccino chiamato esavalente che contiene sei vaccinazioni (tra cui 4 obbligatorie e 2 facoltative che sono l’emofilo e l’apertosse), o anche il papilloma virus (vaccino facoltativo ma molto raccomandato soprattutto nelle donne, poiché è un tumore), e per la meningite (non siamo in un caso epidemico ma al giorno d’oggi essendo aumentati i casi in Toscana in cui però sono stati vaccinati quasi tutti viene fatto).

Finita questa precisazione sui vaccini, iniziano le domande supplementari fatte ad ogni medico degli incontri a tema.
La dottoressa Stefania Di Russo, nata a Pontecorvo nel 1963 nasce da due genitori insegnanti e afferma che lo studio le è sempre stato molto gradito. Non lo studio necessariamente scolastico ma anche quello che veniva dalla sua curiosità personale. I suoi genitori si trasferirono a Piedimonte Sangermano e lì iniziò i suoi studi nelle scuole elementari. Poi dalle medie in poi ha frequentato le scuole di Cassino, con un diploma di Liceo Scientifico.
In quel periodo il test d’ingresso nella facoltà non c’era e in ogni canale c’erano circa trecento studenti, i professori non si rendevano conto se c’eri o non c’eri, e non importava a nessuno se c’eri o no o se imparavi o no.
Infatti la maggior parte delle persone entrate a medicina si ritirava se non all’inizio a metà corso di laurea perché bisognava essere molto motivati. Lei, invece, come altri, era piena di volontà e di costanza.
La dottoressa ci dice infatti che medicina è una di quelle facoltà in cui non è difficile entrare, poiché bisogna studiare e se si ha il metodo, non c’è alcun problema. Ma è difficile proseguire perché è una strada lunga e difficile, e bisogna avere passione e motivazione.
Sebbene nel suo DNA non ci fosse soltanto la medicina, e sebbene lei fosse indecisa tra architettura e medicina, quest’ultima è stata per lei la scelta più giusta.
Afferma che la sua famiglia non l’ha influenzata ma lei stessa ha preso questa strada per il rapporto umano con le persone, perché per lei era importante averlo e curare la loro salute. Infatti loro (i medici) hanno nelle mani il bene più grande delle persone per cui è importantissima questa professione e farla anche con pazienza e con empatia: un buon medico deve avere la capacità di interagire col paziente, deve farlo sentire bene prima di tutto con la mente, poi con il corpo.
Poi alla domanda se questa professione era proprio ciò che voleva fare lei ci dice di sì ma che si sarebbe voluta specializzare in optometria…
Lei aveva infatti un’ alta media e poteva accedere ad ogni corso di specializzazione.
Dopo essersi laureati a quei tempi si cominciava a sgomitare per entrare nella specializzazione: già dal suo periodo iniziarono le scuole di specializzazione ad essere a numero chiuso e quindi ad essere i posti più limitati. Infatti c’era posto per meno della metà, e ancora oggi è così.
Iniziò a frequentare dunque il reparto di oculistica, ma per motivi personali, lascia il reparto ed entra in quello di pediatria. Capii che le piaceva anche di più, e c’erano più posti (ancora adesso c’è una carenza di persone che vogliono specializzarsi in pediatria) e ci racconta che mentre lavorava nel reparto studiava, poiché il tempo non c’era.
Per lei dunque è un percorso difficile, in cui conta la costanza e la passione, ma impegnandosi e dando il massimo di se stessi, si può arrivare a qualsiasi cosa.

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

CLASSE III SEZ. D – LICEO CLASSICO  G.CARDUCCI CASSINO

Relazione del 15/02/2017

Mercoledì 15 Febbraio si è tenuto presso la farmacia Europa (Cassino) un incontro con la Dott.ssa Stefania di Russo, pediatra. Quest’incontro è stato il nono di una serie di 20 nell’ambito del percorso “Alternanza scuola-lavoro”, organizzato per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro.

Prima che avesse luogo il colloquio con la dottoressa, un operatore della CRI (Croce Rossa Italiana) ci ha illustrato le tecniche da usare per soccorrere un individuo in caso di soffocamento.

Innanzitutto bisogna comprendere se il soffocamento è dovuto ad un’ostruzione parziale o totale: nel primo caso è sufficiente far tossire la persona assistita per liberare le vie aeree; nel secondo, invece, si deve contattare immediatamente il pronto soccorso, dando qualsiasi informazione necessaria, quali il luogo e l’età della persona da assistere. In tal modo, è possibile far arrivare nel minor tempo possibile un’ambulanza con il personale più adatto alla situazione. Successivamente bisogna allontanare chiunque e procedere con la manovra di Heimlich : ci si pone dietro l’assistito, lo si fa sdraiare e si danno una serie di 5 pacche dorsali verso il capo. Nel caso l’ostruzione persista, ci si rialza insieme alla persona assistita, la si prende da dietro i fianchi cingendo le braccia intorno alla vita, si poggia una mano sopra l’altra chiusa a pugno e si procede facendo 5 compressioni verso l’alto. Si alternano le 5 pacche e le 5 compressioni fino a quando non viene liberata l’ostruzione. Nel caso la persona da soccorrere sia un neonato, si fa ricorso solo alle pacche dorsali. Si può ricorrere a questa manovra solo mentre la persona è cosciente: nel momento in cui la persona sviene, si inizia la BLS (Basic Life Support), ovvero la rianimazione: si inizia misurando il battito cardiaco e usando la tecnica GAS (Guardo Ascolto Sento) per verificare se la persona svenuta respiri regolarmente. Successivamente si passa al massaggio cardiaco che viene fatto ininterrottamente fino a quando non si ha a disposizione un defibrillatore. Una volta applicate le placche del defibrillatore sul petto e sul fianco, esso, attraverso scariche elettriche, controllerà il battito cardiaco e cercherà di renderlo regolare. Le restanti procedure vengono affidate ai medici del pronto soccorso, che possono sostituire il soccorritore “improvvisato” in qualsiasi momento.

Dopo questa esaustiva spiegazione, l’operatore ha lasciato la parola alla dottoressa che ha voluto trattare un argomento molto dibattuto negli ultimi mesi: le vaccinazioni.  Tuttora, un gran numero di persone teme i loro effetti collaterali e dubita della loro efficacia, poiché alcuni individui, nonostante siano vaccinati, si ammalano. Infatti, non è sufficiente essere vaccinati per evitare la malattia: il vaccino, nella sua funzione di virus attenuato, stimola la produzione di anticorpi per quella patologia, ma non rende totalmente immuni. Affinché una zona sia immune da una malattia, il numero di vaccinati deve essere pari al 95%, per debellarla la soglia deve essere del 100%.

Dopo queste delucidazioni, la dottoressa ha illustrato il suo campo medico: la pediatria, la quale è   un ramo della medicina che si occupa dello sviluppo psicofisico dei bambini e della diagnosi e terapia delle malattie infantili.

La principale difficoltà di accesso a questa professione è dovuta al numero limitato di studenti che vengono accettate nelle facoltà di medicina: è stato sconcertante scoprire quanto sia difficile accederci (solo un candidato su otto viene ammesso!). Per poter conseguire una laurea in medicina generale è necessario un buon metodo di studio ed una grande forza di volontà: ciò è necessario per essere in grado di sopportare l’immenso carico di lavoro tipico di questa facoltà. Oltre a questo, sono indispensabili anche una forte figura di riferimento, capace di invogliare allo studio e al miglioramento, ed un po’ di fortuna, che assume un notevole peso in questo contesto.

Questo incontro è stato molto prezioso, poiché ci ha permesso di capire che oltre ad un’ottima preparazione, i requisiti fondamentali per diventare medici sono anche una forte motivazione ed una gran passione.