la terza settimana ospita il chirurgo, che rappresenta un concreto supporto o l’alternativa alla terapia medica. Prima dell’incontro degli istruttori della CRI Comitato di Cassino hanno illustrato agli studenti l’uso del defibrillatore.
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INCONTRI A TEMA X edizione – PERCORSO DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO PERCORSO MEDICO FARMACEUTICO
CLASSE IV SEZ. A – LICEO CLASSICO G. CARDUCCI CASSINO
INTERVISTA AL DOTT.SSA ANNAMARIA DI BLASIO DEL 02/02/2017
Qual è stato il suo percorso scolastico?
La dott.ssa Annamaria Di Blasio ha frequentato il liceo classico. Ha concentrato gli studi dell’allora II e III liceo in un anno per anticipare il suo ingresso all’università, ma si è pentita di questa scelta. Si è iscritta a La Sapienza, ma al secondo anno di frequentazione ha avuto il desiderio di trasferirsi alla Cattolica. Tuttavia, poiché per il passaggio a questa università era richiesta una conoscenza teologica che lei non possedeva, la dottoressa è rimasta alla Sapienza. Dopo aver conseguito la laurea, ha fatto il tirocinio in chirurgia generale presso l’ospedale di Atina, allora molto rinomato, e la specializzazione in chirurgia dell’apparato digerente, medicina d’urgenza e pronto soccorso a Napoli.
Quali sono stati i motivi della scelta?
Probabilmente c’è stata un’influenza familiare. Infatti la dottoressa ha avuto un rapporto sempre molto intenso con il padre, anche egli chirurgo. La sua personalità, che le è sempre piaciuta, l’ha influenzata, ma quella di divenire chirurgo generale è stata una sua scelta.
La professione corrisponde a quanto voleva fare?
Nonostante qualche delusione, che naturalmente bisogna affrontare, la dott.ssa Di Blasio è estremamente convinta di aver fatto la scelta giusta.
Quali sono le principali difficoltà che ha incontrato nella sua formazione professionale?
La più grande difficoltà che ha affrontato è stata quella di trovarsi a vivere un periodo di trasformazione della chirurgia.
Alla luce della sua esperienza, rifarebbe questo percorso?
Sì, anche perché le è piaciuto molto.
In cosa consiste la sua professione e quali sono gli attuali sbocchi occupazionali?
La dott.ssa Di Blasio è un chirurgo generale. Gli attuali sbocchi occupazionali sono molti a causa della carenza di questa figura professionale. Essa è dovuta al sacrificio che uno studente di chirurgia deve fare per completare gli studi e soprattutto a problematiche medico-legali che una professione “invasiva” come questa comporta.
Com’è cambiata la professione in questi anni e quali sono le prospettive?
La professione è cambiata soprattutto grazie all’ingresso di nuove tecnologie in campo medico e chirurgico. Ne consegue che, all’interno di un team medico, ci sarà bisogno di un lavoro molto integrato e quindi si richiederanno competenze molto specifiche (una “superspecializzazione”).
Quali sono le oggettive difficoltà di accesso alla professione?
Le principali difficoltà stanno nell’affrontare i concorsi ed entrare nei vari meccanismi del settore. Inoltre, spesso ai giovani viene negato l’accesso nelle sale operatorie.
In quale ambito (medicina ospedaliera o territoriale) viene esercitata la professione?
La professione viene esercitata in ambito ospedaliero, ma è prevista la specialistica in ambulatorio in ambito territoriale. Si lavora in un team multidisciplinare ed è fondamentale l’intersezione tra gli specialisti. Infatti occorre il parere di tutti loro per procedere con un intervento.
Qual è l’oggettiva differenza tra un operatore in strutture pubbliche e uno in strutture private?
Ci sono molti sbocchi nel privato, in cui il lavoro è più pressante e sono richieste performance sempre migliori. Anche in ambito pubblico ci sono molti sbocchi, ma, secondo quanto afferma la dottoressa, ormai non si svolgono più concorsi, dal momento che viene richiesto semplicemente di occupare il posto.
Quali difficoltà ci sono per chi volesse operare in ambito ospedaliero?
Non è facile essere inseriti sin da subito in un team performante e si rischia di fare qualcosa di diverso da quello per cui ci si è preparati. E’ consigliabile di non attardarsi all’università, altrimenti l’inserimento alla professione diventa più difficile.
Quali difficoltà ci sono per chi volesse operare da libero professionista?
Per operare da libero professionista è necessaria molta bravura e volontà, ma una volta raggiunto l’obiettivo si ha più libertà.
Qual è la differenza tra la professione esercitata in Italia e quella all’estero?
All’estero i medici, così come gli studenti della facoltà di medicina, che hanno dei veri e propri tutor, sono più pragmatici rispetto agli italiani. Questi, però, sono richiesti in tutto il mondo proprio per la loro grande cultura medica. E’ dunque importante essere “globali”
Viene riconosciuta l’esperienza all’estero nel momento di tornare in Italia?
Assolutamente sì. E’ importantissimo per il proprio curriculum vitae.
Quali caratteristiche deve avere uno studente per fare questa professione?
Deve essere disposto a studiare duramente, perché è necessaria una dedizione full time alla materia, e a fare molta pratica e qualche sacrificio.
La professione può creare ulteriori possibilità di lavoro?
Data la grande integrazione con le altre professioni, molto probabilmente ci sono ulteriori possibilità di lavoro.
C’è concreta possibilità di accedere a scuole di specializzazione?
Sì.
Quanto pesa la fortuna/casualità?
Non si può parlare né di fortuna né di casualità, ma solo di studio, dedizione, sacrificio e volontà. Fortunatamente, oggi i concorsi tutelano molto lo studente che li affronta.
Consiglierebbe ad uno studente o ad un figlio questa professione?
Sì, se la si fa con passione. E’ una professione che porta grandi soddisfazioni. Il paziente si lega per sempre al suo guaritore e tanto gli si dà, tanto da lui si riceve.
RELAZIONE SULL’INTERVENTO DELLA DOTT. ANNAMARIA DI BLASIO – classe IV E
Il giorno 2 febbraio alle ore 16.15 noi ragazzi del Percorso di Medicina dell’Alternanza Scuola-Lavoro abbiamo assistito presso la Sala Polivalente della Farmacia Europa del dottor Sergio Ricciuti ad un incontro di formazione professionale tenuto dalla dottoressa Annamaria Di Blasio, laureata in Chirurgia Apparato digerente ed Endoscopia digestiva. Prima di cominciare l’intervista al chirurgo, due volontarie della Croce Rossa di Cassino ci hanno mostrato l’utilizzo del defibrillatore e le manovre di primo soccorso.
Le prime parole pronunciate dalla dottoressa sono state di commento al progresso che si è attestato nella medicina a partire dalla fine dell’Ottocento, quando, a causa dei numerosi conflitti bellici, le tecniche chirurgiche applicate per i feriti progredirono incredibilmente e con la scoperta dei raggi X fu possibile effettuare diagnosi per immagini. Oggi, nel XXI secolo, il chirurgo può usufruire di strumenti e dispositivi specifici per ogni operazione: il ventilatore per l’anestesia, la macchina extracorporea per interventi sul cuore e di recupero del sangue, le cannule laparoscopiche, il “Da Vinci” robotico. La dottoressa con l’ausilio di immagini ci ha illustrato le modalità di utilizzo di tali strumenti, affermando che la biotecnologia sarà il percorso da seguire per i medici del futuro.
Rispondendo alle nostre domande, il chirurgo ci ha raccontato il suo percorso scolastico e universitario, l’influenza paterna nella sua scelta (supportata da una grande determinazione personale, spirito di sacrificio e costanza) ed i numerosi viaggi compiuti per il miglioramento della tecnica chirurgica e l’aggiornamento nel campo della robotica. “Affrontare un percorso all’estero è indispensabile” ha affermato la dottoressa, sia per avere un riscontro del proprio lavoro, sia per operare un confronto dei metodi di insegnamento e tecniche chirurgiche avanzate provenienti dai centri di ricerca prevalentemente americani. L’approccio medico statunitense è più pragmatico rispetto a quello italiano, dove ancora vige la concezione de: “la chirurgia come visione”, ma che assicura un’attitudine allo studio e una preparazione ineguagliabile. La difficoltà maggiore incontrata dalla dottoressa nel percorso di formazione è stato il periodo di innovazione che stava vivendo il mondo della chirurgia quando si è trovata ad entrarvi, ed era necessario che ogni specializzando cercasse da sé i migliori docenti da cui apprendere. La professione del chirurgo oggi è tra le più richieste sia in Italia che all’estero, tanto nel pubblico quanto nel privato, perché a causa delle questioni medico-legali molti studenti delle facoltà di medicina preferiscono avvicinarsi ad altri settori. Il primo scoglio per un aspirante chirurgo è il concorso per la specializzazione; una volta superata la prova, è essere inserito in un organico ospedaliero performante. I requisiti fondamentali sono la capacità di collaborare in un team multidisciplinare e la “super-specializzazione” in un settore, in quanto la strategia chirurgica tiene conto di tutti gli aspetti coinvolti in un’operazione. Infine, la dottoressa ha concluso il magnifico incontro con un grande insegnamento: “Il chirurgo deve avere una ligia aggressività, mantenendo il dubbio sempre vivo”.