la terza settimana ospita il medico di famiglia, che rappresenta il primo approccio del cittadino con la sanità pubblica. Prima dell’incontro il dott. Pierpaolo Marandola ed il dott. Sergio Ricciuti hanno mostrato agli studenti un holter pressorio spiegandone caratteristiche e funzioni che consentono una migliore gestione della terapia dell’ipertensione.

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INCONTRI A TEMA X edizione – speciale alternanza scuola-lavoro, percorso medico-farmaceutico

I giovani incontrano il medico di famiglia – classe III A – Liceo Classico G.Carducci Cassino

  1. Qual è stato il suo percorso scolastico?

Ho frequentato il liceo classico Giosuè Carducci, per poi proseguire gli studi in medicina alla Sapienza, interessandomi particolarmente in pneumologia pediatrica

  1. Quali sono stati i motivi della sua scelta? Quale influenza hanno avuto nella scelta famiglia, ambiente ed amici?

I motivi della scelta sono stati sicuramente una propensione ad aiutare gli altri, e la passione sviluppata grazie ai grandi libri di medicina del mio medico di base, il quale ha sicuramente influenzato la mia scelta

  1. La professione corrisponde a quanto voleva fare?

La mia massima aspirazione era quella di diventare pediatra, sebbene il destino mi abbia riservato un’altra strada sono comunque soddisfatta della mia scelta

  1. Quali sono le principali difficoltà che ha incontrato nella sua formazione professionale?

le uniche difficoltà incontrate sono state quelle che non mi hanno permesso di accedere al corso in pediatria, dal momento che ogni anno era disponibile solo due posti nel corso a dispetto di una richiesta piuttosto alta

  1. Alla luce della sua esperienza rifarebbe questo percorso professionale?

Assolutamente sì, non cambierei nulla del mio percorso.

  1. In cosa consiste la sua professione sanitaria?

Per poter esercitare la professione di medico di base è necessario, dopo aver conseguito la laurea magistrale in medicina e chirurgia, fare un concorso per accedere ad un corso di formazione della durata di tre anni.

  1. Quali sono gli attuali sbocchi occupazionali?

Terminato questo percorso è possibile trovare lavoro o come medico di famiglia o come medico assistenziale (ex guardia medica).

  1. Come, nel corso degli anni, è cambiata questa professione?

La visione del rapporto medico/paziente era individualistica, invece oggi i medici hanno imparato a lavorare in team per garantire assistenza 24h

  1. Come è cambiata in questi anni e quali sono le prospettive?

Nel passato la figura del medico era di un professionista che lavorava da solo senza confrontarsi con gli altri e di conseguenza aveva molte più responsabilità, non avvalendosi come oggi del sistema informatico, strumento indispensabile nella nuova professione medica.

  1. Quali sono le oggettive difficoltà di accesso alla professione?

Sono i test d’ingresso alla facoltà di medicina.

  1. Qual’ è l’oggettiva differenza tra il professionista che opera in strutture pubbliche e quello che opera in strutture private?

Non c’è differenza perché entrambe le professioni mirano al benessere dei pazienti. Il medico di base è un libero professionista convenzionato con il S.S.N.  e gestore di se stesso.

Temi inerenti la professione

  1. In quale ambito (medicina ospedaliera o territoriale) viene esercitata la professione?

Nell’ambito territoriale con competenza nei distretti. Le Province   sono divise in distretti.

  1. Quali difficoltà ci sono per chi volesse operare in ambito ospedaliero?

Avere una Specializzazione, superare e vincere un Concorso nazionale.

  1. Quali difficoltà ci sono per chi volesse operare come libero professionista?

Avere competenza, saper organizzare il proprio lavoro ed essere competitivi con aggiornamenti continui.

  1. Quali caratteristiche deve avere uno studente che volesse fare questa professione?

Uno studente intenzionato ad intraprendere la strada per tale professione deve sicuramente essere motivato e sicuro della scelta. La pazienza è una caratteristica fondamentale che sostiene il percorso intenso di studio. Inoltre è necessaria l’empatia per comunicare con i pazienti.

  1. La professione in questione è destinata a creare ulteriori possibilità di lavoro?

La risposta è affermativa in quanto si presentano diversi incarichi lavorativi quali medico di guardia, incarico di continuità assistenziale, libero professionista.

  1. C’è una concreta possibilità di accedere alla scuola di specializzazione?

Sì in quanto sono presenti concorsi, test e graduatorie che però implicano maggiore sacrificio e impegno.

  1. Quanto pesa il “caso” nel percorso professionale?

Il caso conta molto perché può aprirci sbocchi inaspettati e ci porta a fare scelte che non erano state prese in considerazione.

  1. Consiglierebbe ad uno studente questa professione?

Assolutamente si

 

CLASSE III C LICEO CLASSICO “G. CARDUCCI” CASSINO

RELAZIONE

Mercoledì 01 febbraio 2017 si è tenuto il terzo incontro farmaceutico presso la Farmacia Europa del dr. Sergio Ricciuti di Cassino per il progetto di alternanza scuola-lavoro. Questa volta abbiamo avuto la possibilità di incontrare ed intervistare la dott.ssa Teresa Petrilli, medico di base. Nella prima parte dell’incontro, le sono state poste domande personali riguardo il suo percorso di studi. La dott.ssa Petrilli, dopo aver frequentato il liceo classico qui a Cassino, si è iscritta alla facoltà di medicina e dopo la laurea alla Sapienza, ha continuato un periodo di studio di altri 3 anni nell’università. Durante quest’ultimi, poiché il suo sogno era quello di diventare pediatra, ha seguito un corso di pneumologia pediatrica, con esami neurologici e respiratori sui bambini. Per quanto riguarda però la specializzazione, prima riuscivano a superare i test circa 20 persone, invece quando lei doveva eseguire i test entravano massimo 2 persone nella facoltà di pediatria. Per questo motivo, essendo stata influenzata anche dal suo medico di base che le aveva sempre trasmesso tranquillità e l’aveva avvicinata in modo affascinante a quell’ambiente, decise di fare un concorso per medicina generale. Successivamente  ha intrapreso il percorso di medico di base e ancora oggi, anche se la professione non corrisponde pienamente alle sue aspettative, è soddisfatta perché si occupa sia dei bambini che degli adulti. Per quanto riguarda la professione, dopo aver avuto l’accesso al concorso di medicina generale, al termine si viene iscritti in una graduatoria. Il territorio intanto viene diviso in province e poi in distretti; in base al numero di abitanti e ai posti che si liberano nel corso del tempo, vengono chiamati i vati medici della stessa graduatoria. Entrando più nello specifico, il medico di base si occupa della prevenzione delle malattie, come l’ipertensione respiratoria o il diabete, e della cura generale del paziente. Ma questa professione è cambiata nel corso del tempo: prima il medico di base era autonomo, invece oggi si lavora in associazione con altri colleghi, che insieme si organizzano in medicina di gruppo. Questo tipo di organizzazione evidenzia molti aspetti positivi; infatti il paziente, poiché i vari medici ricoprono i propri turni sia di mattina sia di pomeriggio, ha una completa assistenza e, in alcuni casi, anche un’assistenza domiciliare. “ Quali sono gli sbocchi occupazionali?”. In realtà il medico di base ha varie opportunità. Oltre a lavorare in uno studio dove può avere massimo 1500 pazienti, può ricoprire il ruolo di medico di guardia, in cui però bisogna offrire un’assistenza dalle ore 20:00 di sera fino alle 08:00 di mattina anche nel fine settimana, oppure può scegliere di andare all’estero, dove può seguire un corso di medicina di 5 anni che gli viene riconosciuto come specializzazione. È stato poi interessante anche vedere come è cambiata la professione negli anni: come abbiamo detto precedentemente, si è passati da una medicina autonoma ad una di gruppo. Ciò permette di avere degli orari di ambulatorio, ma ci si può consultare con il proprio medico anche fuori orario di visita. Inoltre prima il medico, esercitando la professione da solo, aveva molte responsabilità in più e non era aggiornato dal punto di vista informatico. Quest’ultimo è un aspetto fondamentale per il medico di base di oggi, perché ogni paziente ha una propria cartella informatica contenente i tutti i dati. Essere aggiornati telematicamente inoltre, permette al nostro medico di base di inviare in tempo reale anche alcune ricette; questo ha contribuito negli anni allo sviluppo di una farmaco-vigilanza, cioè nuovi rapporti tra il medico e nuove figure, come i farmacologi, che possono così controllare le attività del medici e consultarsi di conseguenza. Poi sono state rivolte domande sulla professione, ma per quanto riguarda le differenze tra chi lavora in strutture pubbliche e chi in quelle private. Innanzi tutto la professione viene esercitata nei distretti di un territorio; poi bisogna considerare il fatto che il medico di base è un libero professionista. Ciò è positivo perché può organizzare proprio lavoro e il proprio tempo, ma può rivelarsi anche negativo, perché se non si può lavorare non si può trovare un sostituto, come per esempio accade tra coloro che lavorano in qualità di dipendenti. Questo per chi lavora in uno studio, quindi privatamente, invece quelli che esercitano la professione in ospedale, si occupano solo dei pazienti ricoverati. Invece “ Quali sono le differenze tra chi lavora in Italia e chi all’estero?” Possiamo notare come ci siano in realtà delle nette differenze: se prendiamo in considerazione l’Inghilterra, lì l’assistenza, come da noi, è offerta dallo Stato, però da noi c’è un contatto diretto con il paziente, invece lì esiste la figura dell’infermiere che raccoglie le richieste che poi vengono successivamente distribuite per i vari medici. Ulteriori differenze inoltre riguardano il fatto che in Italia c’è una terapia iniettiva, invece all’estero quest’ultima non è compito del medico di base, e poi abbiamo analizzato anche la presenza in Inghilterra di assicurazioni: infatti lì i pazienti non sono iscritti ad un solo medico, ma si paga la visita e poi si viene rimborsati dalle assicurazioni. Ciò nonostante, l’esperienza all’estero rimane comunque fondamentale. Anche se ci sono pochi posti per la specializzazione, anche un breve praticantato viene poi riconosciuto nel proprio curriculum.