INCONTRI A TEMA – MARTEDI’ 24 FEBBRAIO 2015
MISURA IL TUO STRESS
dr.ssa Francesca De Gregorio psicologa – psicoterapeuta
ABSTRACT DELLA CONFERENZA
Lo stress è la risposta psicofisica ad una quantità di compiti emotivi, cognitivi o sociali percepiti dalla persona come eccessivi.
Il termine stress fu definito per la prima volta nel 1936 da Hans Selye che lo definì come “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”. Selye definì come “Sindrome Generale di Adattamento” quella risposta che l’organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di vari tipi di stressor, quali stimoli fisici (ad es. fatica), mentali (ad es. impegno lavorativo), sociali o ambientali (ad es. obblighi o richieste dell’ambiente sociale). Livelli elevati e prolungati di stress producono modificazioni dell’equilibrio ormonale, con conseguente diminuzione della quantità di ossitocina nel sangue che risulta inversamente proporzionale al livello di ansia (ovvero al diminuire della prima aumenta la seconda).
L’evoluzione della sindrome avviene in tre fasi:
1 – fase di allarme: il soggetto segnala l’esubero di doveri e mette in moto le risorse per adempierli; l’organismo risponde agli stressor mettendo in atto meccanismi di coping, ovvero strategie di risoluzione del problema, sia fisici che mentali. Esempi sono costituiti dall’aumento del battito cardiaco, pressione sanguigna, tono muscolare ed arousal (attivazione psicofisiologica);
2 – fase di resistenza: il soggetto stabilizza le sue condizioni fisiche e si adatta al nuovo tenore di richieste; il corpo tenta di combattere e contrastare gli effetti negativi dell’affaticamento prolungato, producendo risposte ormonali specifiche da varie ghiandole, ad es. le ghiandole surrenali, con aumento di cortisolo;
3 – fase di esaurimento: in questa fase si registra la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi. Se gli stressor continuano ad agire, il soggetto può venire sopraffatto e possono prodursi effetti sfavorevoli permanenti a carico della struttura psichica e/o somatica.
CONSEGUENZE
Le conseguenze variano dal semplice affaticamento a una vera e propria ipertensione. Insonnia, problemi di stomaco, tensioni muscolari, tachicardie e palpitazioni, ma anche cefalea, impotenza, pressione alta, il bruxismo e tutte le sue conseguenze, sono solo alcuni dei problemi associati a uno stress eccessivo, soprattutto quando è prolungato nel tempo.
Per affrontarlo è fondamentale partire proprio dal riconoscimento di questi sintomi e segnali per imparare a gestirli. E’ molto importante verificare il proprio livello di stress per poi curare le malattie che ne conseguono e per imparare a tenerlo alla larga: a trarne vantaggio saranno mente e corpo.
L’aspetto principale per difendersi dallo stress è sviluppare una la capacità di adattamento che dipende dalla messa in atto di strategie di problem solving (cioè di risoluzione dei problemi), ma anche dalla presenza di opportuni elementi ambientali, economici o relazionali. La capacità di adattamento dipende da più varianti: l’età del soggetto, il suo tempo di reazione e la gravità dell’evento che condiziona il tempo richiesto per adattarcisi. Infatti, un bambino piccolo non riuscirà ad utilizzare appieno e con la stessa velocità una medesima capacità adattativa dell’adulto.
La prevedibilità, la conoscenza e la gravità degli eventi giocano un ruolo fondamentale nella possibilità di instaurare delle strategie adattative atte a gestirli. Ad esempio, il lutto per la perdita di una persona cara è, di solito, più facilmente elaborabile quando la persona era molto anziana e la sua scomparsa era stata prevista da tempo. All’opposto, è problematico l’adattamento in caso di morti improvvise e traumatiche o di esposizione a eventi catastrofici e imprevedibili, (come terremoti o alluvioni).
Il maggiore o minore successo dei processi adattativi è dato dall’insieme delle caratteristiche qualitative e quantitative degli eventi che li suscitano e dalle risorse personali di ognuno di noi. Un soggetto può essere capace di affrontare determinati eventi, ma non essere in grado di fronteggiare e gestire in modo adattativo con gli stessi esiti eventi differenti. Importante anche è valutare la natura dello stressor. Possiamo avere stressor benefici, detti eustress, che danno tono e vitalità all’organismo e stressor nocivi, detti distress, che possono portare ad un abbassamento delle difese immunitarie.
STRESS E TERZA ETA’
Quando si entra nella terza età la memoria non è minacciata solo dai naturali processi di invecchiamento. Secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, alcuni ricercatori hanno dimostrato che anche lo stress gioca la sua parte. Gli esperimenti, condotti sui ratti, hanno, infatti, dimostrato che livelli di ormoni dello stress superiori alla norma sono associati alla diminuzione delle connessioni nervose nell’area del cervello che controlla la memoria a breve termine e alla riduzione delle capacità mnemoniche. Questi risultati suggeriscono che un eccesso di stress nella terza età potrebbe portare a problemi di memoria.
CURIOSITA’: ATTENZIONE AL CONTAGIO!
Lo stress può essere letteralmente contagioso! A dimostrarlo è uno studio secondo cui basta osservare una persona stressata per dover fare i conti con un aumento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Per verificarlo i ricercatori hanno valutato quanto l’empatia possa entrare in gioco anche nel caso dello stress misurando i livelli di cortisolo in individui cui è stato chiesto di osservare altre persone sottoposte a uno stress psicologico. Ne è emerso che, in generale, nel 26% degli osservatori, le quantità di ormone dello stress aumentavano nonostante non fossero i bersagli diretti dello stress psicologico. Ma c’è di più: se tra l’osservatore e l’osservato c’era un rapporto intimo, i casi in cui il cortisolo aumentava erano pari addirittura al 40%. Tuttavia, un aumento dei livelli dell’ormone dello stress sono stati osservati anche nel 10% dei casi in cui la persona osservata era un perfetto estraneo. Infine, il cortisolo è risultato aumentare sia quando l’osservatore assisteva “in diretta”, attraverso uno specchio, sia quando la situazione di stress veniva osservata attraverso un video. Questo significa che anche i programmi televisivi che ci mettono a confronto con il dolore possono aumentare i livelli di stress negli spettatori.
CAUSE DI STRESS
Lo stress può essere provocato da:
- Eventi della vita sia piacevoli che spiacevoli (ad esempio: matrimonio, nascita di un figlio, morte di una persona cara, divorzio, pensionamento, problemi sessuali);
- fattori ambientali: la mancanza di un’abitazione, ambienti rumorosi e inquinati sono fattori determinanti di un certo stato di stress;
- Malattie organiche: quando il nostro corpo è affetto da una malattia, l’intero organismo, nel tentativo di difendersi, si pone in uno stato di tensione che, nella maggior parte dei casi, per le scarse difese in grado di apportare, sfocia in una condizione di stress;
- Cataclismi;
- L’ansia: particolare stato mentale caratterizzato da sensazioni di incertezza e di apprensione, accompagnate, nella maggior parte dei casi, da disturbi respiratori, senso di costrizione, palpitazioni, sudorazione e tremore.
Non è infrequente che, in attesa di svolgere una prova importante o impegnativa – come sostenere un esame o un colloquio di lavoro – la maggior parte delle persone sperimenti uno stato generale di preoccupazione mista a paura che porta a sentirsi apprensive e nervose: queste emozioni sono normali e giustificate e generalmente scompaiono una volta che la prova è stata “archiviata”.
L’ansia può invece costituire un problema quando non abbandona il soggetto, quando insorge anche in situazioni del tutto nella norma e quando impedisce alla persona che ne soffre di vivere in modo sereno: a lungo andare stati di ansia particolarmente profondi e/o prolungati si possono infatti manifestare anche con una serie di sintomi fisici e interferire in modo importante nella vita quotidiana. I principali sintomi possono essere di varia natura, ad esempio fisici possono essere: mal di testa, dolore di schiena, collo e spalle tese, dolore allo stomaco, tachicardia, sudorazione delle mani, extrasistole, agitazione e irrequietezza, problemi di sonno, stanchezza, giramenti di testa, perdita di appetito, problemi sessuali.
O Comportamentali, quali: digrignare i denti, aumento dell’uso di alcolici, mangiare compulsivamente, impossibilita’ di portare le cose a termine. lo stress produce anche stati di instabilità emotiva che possono manifestarsi con scoppi di pianto improvvisi, nervosismo, ansia, scoppi d’ira, aspetti depressivi, sentimenti di solitudine e di impotenza.
Non per ultimi sono strettamente connessi al livelli elevati di stress, anche problemi più strettamente cognitivi, come dimenticare le cose o distrarsi facilmente, difficoltà a prendere decisioni e sensazione di confusione mentale, stato di preoccupazione costante, perdita del senso dell’umorismo.
ALCUNI RIMEDI
Innanzitutto, cercare di condurre il più possibile una vita sana ed equilibrata imparando a riconoscere i segnali di allerta del nostro corpo e intervenendo rallentando i ritmi, se troppo accelerati, e trovando delle valvole di sfogo alla tensione.
- LA LETTURA
La Lettura ha importanti effetti benefici: ad esempio nelle persone anziane rallenta il declino cognitivo; riduce lo stress, aumenta le capacità di concentrazione, rende le persone più sensibili all’ascolto ed esercita il pensiero. E, non da ultimo, potenzierebbe l’empatia, ovvero l’attitudine delle persone a comprendere gli stati mentali ed emotivi altrui. A patto, però, che venga effettuata alla “vecchia maniera”, ovvero con un libro in mano da sfogliare pagina per pagina e non, come sempre più spesso avviene, sullo schermo di un computer o di uno smartphone! Che si legga a casa propria, in biblioteca o seduti su una panchina dei giardini pubblici, a fare la differenza è il libro di carta. E sì, perché per ottenere i benefici della lettura è necessario che l’azione della lettura venga effettuata con attenzione, soffermandosi e concentrandosi su ciò che si sta facendo.
- SPORT
Camminare fa bene alla salute. Non a caso i medici consigliano questo esercizio fra quelli più adatti a mantenere in forma il cuore. Quando, però, si cammina per andare a lavorare il beneficio può essere anche un altro: chi abbandona l’automobile per andare a lavorare a piedi riduce significativamente i suoi livelli di stress, promuovendo le sue capacità di concentrazione.
In realtà la riduzione dello stress è stata osservata anche in chi sceglie di andare a lavorare in bicicletta o con i mezzi pubblici: ciò che conta è abbandonare l’automobile. Non importa, insomma, quale sia l’alternativa all’automobile, l’importante è che quando si deve andare al lavoro si scelga un mezzo alternativo a quello parcheggiato nel proprio garage.
COME MISURARE LO STRESS
I TEST a disposizione dei professionisti che sono validati e standardizzati su campioni normativi, si orientano all’individuazione dei principali sintomi.
TEST PROPROSTO è: “ZUNG ANSIA”
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