Antonio Labriola nasce a Cassino il 2 Luglio 1843, da Francesco Saverio Labriola e Francesca Ponari.
Nell’abazia di Montecassino dove frequenta gli studi elementari e ginnasiali, si distingue presto per impegno e capacità critiche. Conseguita la laurea in lettere e filosofia presso l’Università Federico II di Napoli, già nel 1865 intraprende nella stessa città, la carriera di docente presso il ginnasio Principe Umberto I.
Ottenuta la libera docenza in filosofia della storia, entra anche nella redazione della “Gazzetta di Napoli” ed in quella de “l’Unità Nazionale”.
A Roma, dove ormai si era trasferito, supera il concorso per la cattedra di filosofia e pedagogia; sono questi gli anni in cui Labriola lotta con audacia contro la piaga sociale dell’analfabetismo e si impegna per il miglioramento del livello professionale degli insegnanti.
Strenuo sostenitore del suffragio universale, si fa portavoce di una politica sociale volta anzitutto all’assistenza dei bisognosi.
A coronamento della sua carriera accademica, nel 1887, ottiene la cattedra di filosofia della storia presso l’Università di Roma.
Influenzato dal realismo di Herbart, Labriola tradisce la sua iniziale formazione Hegheliana, era stato infatti allievo di Spaventa a Napoli e tra il 1870 ed il 1880 si converte al Marxismo, di cui fu interprete originale e sapiente divulgatore in Italia. Pur accettando la tesi centrale del materialismo storico, secondo la quale è la struttura economica a spiegare la storia cioè la sovrastruttura, Labriola rifiuta le interpretazioni semplificate e puramente deterministiche del marxismo,.
Dal solstrato economico alle istituzioni, alle leggi, ai costumi, alle ideologie, non cè un passaggio lineare, ma un complicato processo di derivazione spesso di difficile interpretazione, cosi leggiamo in una delle sue opere piu importanti, “ Del materialismo storico” del 1896.
Critico da un lato dell’imperialismo dall’altro dell’imperante positivismo, che legge erroneamente la storia come prolungamento e parte integrante della natura, Labriola rivendica la specificità dell’uomo come unico essere capace di cultura, pertanto, in una prospettiva eminentemente umanistica il filosofo presenta il marxismo come una veduta generale del mondo, un efficace metodo di ricerca, una sorta di filo conduttore, come diceva lo stesso Marx.
Ma nell’Italia liberale di fine 800, politicamente ostile al socialismo, i tempi erano difficili, e la voce provocatoria di Labriola, rimarrà a lungo, mera lezione accademica.
( photos)
1 Gennaio 1970
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