INCONTRI A TEMA VI EDIZIONE Martedì 9 aprile 2013 ore 16.30
Dr. Claudio Orezzi – Specialista in anestesia e rianimazione, Responsabile dell’Hospice “Villa Giovanna” di Tora e Picilli (CE)
ABSTRACT DELLA CONFERENZA:
Palliativo non significa “inutile”, la sua definizione esatta deriva dalla parola latina “pallium” che significa mantello, protezione. Nelle Cure Palliative il controllo del dolore, degli altri sintomi e dei problemi psicologici, sociali e spirituali è di importanza fondamentale. Le Cure Palliative:
• affermano la vita e considerano la morte come un evento naturale;
• non accelerano né ritardano la morte per cui sono contrarie a qualsiasi forma di accanimento terapeutico ed a qualsiasi forma di eutanasia;
• provvedono al sollievo dal dolore e dagli altri sintomi;
• integrano gli aspetti psicologici, sociali e spirituali dell’assistenza;
• offrono un sistema di supporto per aiutare la famiglia durante la malattia e durante il lutto.
Le Cure Palliative sono state definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “…un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano ad affrontare le problematiche associate a malattie inguaribili, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza per mezzo di una identificazione precoce e di un ottimale trattamento del dolore e delle altre problematiche di natura fisica, psicofisica e spirituale.”
Il termine inglese hospice è diventato un riconosciuto neologismo a livello internazionale anche se il suo significato può variare da nazione a nazione: da quello di significato “centro residenziale di cure palliative” a quello di “organizzazione per la fornitura di cure palliative”. In particolare, in Italia, designa una struttura sanitaria residenziale per malati terminali. Si tratta di un luogo d’accoglienza e ricovero temporaneo, nel quale il paziente viene accompagnato e curato nelle ultime fasi della sua vita con un appropriato sostegno medico, psicologico e spirituale affinché le viva con dignità nel modo meno traumatico e doloroso possibile. Non è un luogo dove “si va a morire” bensì una realtà assistenziale dedicata alle persone malate che non possono essere assistite dallo stesso tipo di personale presso il proprio domicilio perché i sintomi sono troppo complessi, perché l’abitazione non è logisticamente adatta, perché non ci sono familiari disponibili a collaborare con l’équipe di assistenza domiciliare, perché i familiari sono troppo gravati dal lungo percorso di malattia del congiunto ed hanno bisogno di qualche giorno per “prendere fiato, perché la persona malata non ha una propria abitazione. Che non si tratti di un luogo “dove andare a morire” è dimostrato anche dal fatto che la degenza media degli hospice è di 2 settimane mentre, per la legge italiana,
sono considerati “terminali” i malati la cui aspettativa di vita è di 3 mesi.
Inteso come una sorta di prolungamento e integrazione della propria dimora e dell’assistenza domiciliare specializzata, l’hospice include anche il sostegno psicologico e sociale delle persone che sono legate al paziente, per cui si può parlare dell’hospice come di un approccio sanitario inclusivo (globale, olistico) che va oltre all’aspetto puramente medico della cura, intesa non tanto come finalizzata alla guarigione fisica ma letteralmente al “prendersi cura” della persona nel suo insieme. L’èquipe che opera all’interno di queste strutture sanitarie residenziali è identica a quello che opera nell’assistenza domiciliare dedicata ai malati in fase avanzata di malattia: medico, psicologo, infermiere, assistente sociale, assistente spirituale e volontario.Da sottolineare il ruolo dei volontari, i quali non sono figure sanitarie, ma che hanno il delicato compito di ascoltare per cogliere ogni aspettativa, desiderio, speranza del paziente riportando, all’interno dell’èquipe, la loro esperienza assistenziale in modo da avere il massimo livello di integrazione tra le diverse figure coinvolte.
Gli hospice possono essere situati all’interno di strutture ospedaliere o sul territorio e possono essere gestiti direttamente dalle Aziende sanitarie o da associazioni di volontariato no profit in convenzione con le Aziende sanitarie. Al suo interno vengono erogate sia prestazioni di ricovero diurno (Day hospital e Day hospice) che di ricovero residenziale. L’hospice è tipicamente costituito da camere singole con bagno privato, dotate di una poltrona-letto per l’eventuale presenza di un accompagnatore anche durante la notte. Ogni camera è dotata di confort quali telefono, aria condizionata, televisione. Il paziente stesso, se lo desidera, può personalizzare la camera con oggetti di arredamento portati dal proprio domicilio. L’hospice comprende locali comuni, un soggiorno e una tisaneria dove i parenti o i pazienti che lo desiderano possono prepararsi bevande calde o piccoli spuntini. I pasti preparati nella struttura vengono garantiti anche agli eventuali accompagnatori. A conferma di come si tratti di un ideale prolungamento del domicilio, in hospice non esistono orari di entrata e di uscita proprio per consentire la presenza di parenti ed amici in qualsiasi momento.
L’assistenza nell’hospice è gratuita, ma l’accesso alla struttura avviene attraverso i reparti ospedalieri o dal domicilio tramite richiesta del medico curante. Il personale dell’hospice contatta poi direttamente il familiare o il paziente per definire la data prevista del ricovero. In tutto il periodo di degenza l’hospice tutela e garantisce la privacy del paziente. L’assistenza in cure palliative in generale era dedicata prioritariamente ai pazienti affetti da patologia neoplastica terminale ma la normativa attuale (legge 38/2010) prevede che questo tipo particolare di assistenza venga garantito a tutti i malati che si trovino in fase avanzata di malattia a prescindere dalla natura di quest’ultima (malattie neurodegenerative, bronco pneumopatie, cardiopatie). Scopo della legge e dei decreti attuativi delle singole Regioni è quello di promuovere cure finalizzate ad assicurare una migliore qualità della loro vita e di quella dei loro familiari. La maggioranza delle Regioni ha programmato, tenendo conto dei valori di riferimento di 0.3–0.4 posti letto per 10.000 abitanti, l’apertura di molte strutture in questi ultimi anni anche se il Piano Nazionale degli hospice è ancora lontano dalla sua completa attuazione.
( photos)
1 Gennaio 1970
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Note: To see the pictures in the original Picasa album, click here
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