INCONTRI A TEMA V EDIZIONE Martedì 27 marzo 2012 ore 16.30
Dr. Massimo Ventura – già primario ortopedia ICOT Latina
APPUNTI DELLA CONFERENZA:
Il ginocchio è una articolazione molto complessa. In modo molto semplificato si può affermare che il ginocchio è formato da una parte strutturale composta da femore, tibia e rotula; da una parte legamentosa, da un menisco (che ha la funzione di ammortizzare gli spostamenti del ginocchio). Tutta la parte strutturale (femore, tibia e rotula) è rivestita da uno strato cellulare chiamato cartilagine. Infine l’articolazione del ginocchio viene attivata, quindi messa in movimento, dai muscoli che la circondano.
I principali problemi, per quanto riguarda le patologie del ginocchio, nascono dall’usura del sottile strato di cartilagine.
Una prima classificazione per quanto riguarda le patologie del ginocchio viene effettuata andando ad esaminare morfologia. I difetti morfologici posso presentarsi sin dalla nascita, questi possono essere:
- GINOCCHIO VARO (porta ad avere le gambe curve)
- GINOCCHIO VALGO (porta ad avere le gambe ad x)
- GINOCCHIO DISASSIATO (si consuma velocemente la cartilagine)
Tutte queste patologie portano all’usura della cartilagine e posso essere aggravate da un sovraccarico del ginocchio.
Oltre alle patologie morfologiche esistono anche altri tipi di patologie. Una è quella post-traumatica in seguito alla frattura dell’articolazione (rotula, tibia, femore). Per questo tipo di patologie anche se si guarisce perfettamente e si riacquista quasi la piena mobilità che si aveva prima del trauma, non si riesce mai ad avere un recupero del 100%.
Ci sono anche le patologie degenerative artrosiche e reumatiche. La degenerazione da artrosi è prevedibile ma non evitabile. Per questo tipo di patologia l’eccesso di peso è dannoso, specialmente con ginocchio varo o valgo. Per prevenire questa patologia si può effettuare attività fisica (nuoto, ginnastica, bici) ma non bisogna eccedere, altrimenti si va a sovraccaricare il ginocchio.
Un altro tipo di patologia è il sovraccarico sportivo o lavorativo: se il ginocchio effettua cicli di lavoro elevati e brevi pause di riposo, il risultato è l’infiammazione della cartilagine e la successiva usura.
Un altro capitolo che riguarda il ginocchio sono le fratture meniscali e legamentose. Le fratture meniscali vengono trattate a livello miniinvasivo e ci sono dei tempi di recupero minimi. Prima si arrivava addirittura all’ingessatura e tempi di recupero che duravano mesi. Per quanto riguarda i legamenti, quello più importante è il legamento crociato anteriore che rende solidale il femore con la tibia.
Per effettuare una buona diagnosi devono essere effettuati esami specifici. Molte volte si effettuano indagini, superflue e costose, che non servono ai fini della diagnosi. Lo strumento principalmente utilizzato sono le immagini diagnostiche:
- RX (devono essere effettuati se si è in presenza di fratture e artrosi)
- TAC (osservare più nel dettaglio la parte ossea)
- Risonanza Magnetica (deve essere effettuate se bisogna osservare legamenti e menisco)
Negli ultimi anni si è sviluppato un altro tipo di indagine: l’artroscopia. Quest’ultima consente di vedere, dall’interno, come stanno le cose fornendo una immagine non in 2D, come i referti tradizionali, ma in 3D, cioè tridimensionale.
Per quanto riguarda le cure possono essere mediche o chirurgiche.
Se il ginocchio non è più recuperabile dal punto di vista medico si procede con l’installazione delle protesi. La protesi è composta da tre pezzi. Due pezzi in lega di metallo che andranno ancorati al femore e alla tibia ed un pezzo di resina (polietilene) che è interposto tra i due pezzi di metallo. Il pezzo di resina, oppure l’osso a cui è ancorato il pezzo metallico, potrebbero usurasi e quindi richiedere la sostituzione della protesi. Fortunatamente negli ultimi anni, con l’avvento di materiali innovativi, questa possibilità è diventata remota. Non trattandosi di materiali organici non c’è nessun rischio di rigetto per quanto riguarda la protesi.
Un ultimo argomento riguarda i trapianti di cartilagine. Si possono effettuare, ma questa tecnica non ha riscontrato molti esiti positivi perché la cartilagine trapiantata non attecchisce né sulla tibia né sulla rotula ma solo sul femore in presenza di piccole lesioni.
( photos)
1 Gennaio 1970
![]() | ![]() | ![]() |
Note: To see the pictures in the original Picasa album, click here
( photos)
1 Gennaio 1970
![]() | ![]() | ![]() |
Note: To see the pictures in the original Picasa album, click here
( photos)
1 Gennaio 1970
![]() | ![]() | ![]() |
Note: To see the pictures in the original Picasa album, click here