INCONTRI A TEMA V EDIZIONE Martedì 20 dicembre 2011 ore 16.30

Prof. Paolo Walter Gabriele – Docente Neurologia Università delgi Studi di Cassino

ABSTRACT DELLA CONFERENZA:

Il tempo è nella mente, il tempo siamo noi. La costruzione della nostra identità, la facoltà di conoscere, di comunicare e di agire dipendono dal rapporto fra il tempo e la mente. L’idea di chi siamo viene costruita su una rete di ricordi e sulla proiezione di scenari immaginari del futuro che formuliamo nella nostra mente. Noi abbiamo un senso e ci diamo un senso perché possiamo fare con la mente ciò che ci è precluso con il corpo: viaggiare nel tempo.

La “mente temporale” è, in definitiva, ciò che ci rende umani. Infatti il tempo “cronologico “, (cioè quello che misuriamo attraverso le ore, i mesi, gli anni, la luce ed il buio, le stagioni) risulta abbastanza estraneo all’esperienza soggettiva del tempo, che pure ha un peso rilevante nell’organizzazione del comportamento umano.

Sul piano filosofico il tempo non esiste: il passato è qualcosa che ora non è più, il futuro è qualcosa che non è ancora; il presente, che pure ci appare concreto, è costituito da attimi di cui abbiamo coscienza solo una volta che sono trascorsi. Cosa sia il tempo non lo sappiamo: la cosa fondamentale della nostra vita, ciò che segna la nostra nascita e la nostra morte non lo sapremo mai: ci resta intangibile, invisibile e incomprensibile. Perciò, tutto è eterno, immanente, senza un principio e una fine, ma solo un continuo divenire.

La morte per alcuni è la smentita che tutto è eterno. Ma nascere, crescere e morire sono termini antropomorfici. Morire vuol dire “non esserci”, in qualche modo sparire. Come il sole, quando al tramonto, esce dalla nostra visibilità. Ma dove va quando esce dall’orizzonte? Non lo sappiamo come non sappiamo che ne è dei viventi che non sono più e vanno “nel niente eterno”. Su questo punto si innestano le ipotesi dei vari credi religiosi.

Esiste poi un concetto fisico del tempo, inteso come tempo e spazio cosmico. L’origine del tempo è una delle questioni aperte della astrofisica di oggi. Il tempo infatti misura l’evoluzione dell’universo, l’evoluzione dell’uomo, l’evoluzione della terra, della specie; è, in altri termini, la misura di una trasformazione continua di processi che si susseguono e che hanno un verso, una direzione. Ma quando è nato?

Noi lo determiniamo con misure particolari: la velocità della luce (300.000 km/sec.) o, più recentemente, con quella (che sembra essere più rapida) dei neutrini e temperiamo il tutto con la legge della relatività. Ma è tutto ancora in discussione.

Per dare un’idea della complessità della questione basta pensare che il numero di galassie oggi osservabili si muove entro un raggio che si stima in 5-10 miliardi di anni luce. Insomma il tempo lega e incolla il mondo all’interno della nostra mente e scandisce la realtà della nostra vita.

Solo mediante i sentimenti e le emozioni vissute l’uomo riesce a sperimentare il senso più autentico del tempo trascorso. E tuttavia la filosofia, la biologia, la fisica nucleare e la psicologia –seppure partendo da punti di vista diversi- si stanno avvicinando nella concezione del tempo e si spingono avanti in un territorio trascendentale.

Tutto questo avviene attraverso un meraviglioso percorso di elaborazione e di comprensione che si sviluppa continuamente utilizzando le facoltà e le straordinarie possibilità che la nostra mente esprime.

SCHEDA DEL RELATORE

( photos)
1 Gennaio 1970

Note: To see the pictures in the original Picasa album, click here

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1 Gennaio 1970

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