INCONTRI A TEMA V EDIZIONE Giovedì 3 novembre 2011 ore 16.30

Dr. Marco Giangrande – specialista otorinolaringoiatra

ABSTRACT DELLA CONFERENZA:

Automedicazione Responsabile è il trattamento razionale delle piccole patologie attraverso l’assunzione dei farmaci che non richiedono la prescrizione medica, che perciò sono detti di automedicazione. Questo non significa agire impulsivamente, bensì comprendere e mettere in pratica alcune semplici regole, che fanno appello al nostro senso di responsabilità e all’esperienza acquisita da noi stessi e ci permettono di far fronte a leggeri e transitori malanni anche seguendo il consiglio del medico e del farmacista.

Automedicazione Responsabile è quindi la capacità di riconoscere sintomi chiari, che possiamo trattare grazie all’esperienza e al consiglio del farmacista, con farmaci appositamente studiati e osservando semplici regole.

Quando ricorrere ai farmaci di automedicazione?

Quando ci troviamo di fronte a sintomi semplici e transitori, che abbiamo imparato a riconoscere per esperienza diretta (come il raffreddore, ad esempio!). In questi casi possiamo ricorrere ai farmaci di automedicazione, destinati al trattamento delle lievi patologie e riconoscibili grazie alla presenza di un particolare bollino.

Per semplificare, ecco riassunte le differenze tra Farmaci con Obbligo di Prescrizione e Farmaci di Automedicazione. Farmaci con obbligo di prescrizione sono quelli che solo il medico può prescrivere a seguito di una diagnosi del nostro stato. Farmaci di automedicazione: sono destinati al trattamento di leggeri disturbi che sappiamo riconoscere e che sono di breve durata. Sono contraddistinti dal bollino sulla confezione. Il farmacista è l’interlocutore giusto per farti consigliare.

Come per tutti i farmaci anche quelli di automedicazione vanno assunti con attenzione. E’ quindi indispensabile attenersi sempre alle istruzioni riportate sul foglio illustrativo, e in caso dubbio consultare il medico o il farmacista

  • per un consiglio o una delucidazione;
  • in caso di specifiche condizioni, come per esempio, anziani, bambini, gravidanza, è bene comunque consultare il medico o il farmacista;
  • il foglietto illustrativo contiene in ogni caso tutte le informazioni necessarie.

Quindi, nell’automedicazione:

  • Utilizzare autonomamente solo farmaci che non richiedono prescrizione medica (quelli con il bollino!).
  • Leggere attentamente il foglio illustrativo, attenersi strettamente alle dosi riportate sulle istruzioni.
  • Consultare il farmacista: il suo consiglio è prezioso ed è opportuno seguirlo.
  • Rivolgersi al medico se il disturbo si protrae o se si ripresenta in tempi brevi.
  • Conservare i medicinali in luogo adeguato e fare attenzione alla data di scadenza.

Cose da evitare:

  • Non usare farmaci che richiedono la ricetta anche se già assunti in passato, senza prima aver consultato il medico.
  • Non protrarre il trattamento oltre il periodo previsto.
  • Non assumere più farmaci contemporaneamente senza il consulto del medico.

AUTOMEDICAZIONE: COME E PERCHE’

Secondo la definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, automedicazione è il prendersi cura della propria salute senza consultare il medico. Ovviamente questo non significa che possiamo fare tutto da soli, non ne avremmo le competenze e potremmo incorrere in gravi errori che, invece di migliorare, potrebbero peggiorare la nostra salute. Esistono però condizioni per le quali non è necessario consultare il medico.

QUANDO SI PUÒ RICORRERE ALL’AUTOMEDICAZIONE?

Per poter fare da soli bisogna innanzi tutto sapere cosa fare. Questo sapere, in genere,ci deriva dall’ esperienza. Chiunque di noi,ad esempio,a causa di un male di testa o un male di pancia, si è rivolto al proprio medico,il quale gli ha consigliato un farmaco che gli ha risolto il problema. Ora, se il sintomo si dovesse ripresentare, forti dell’ esperienza precedente, sapremmo già come comportarci. È importante saper riconoscere il sintomo e sapere che per gestire quel sintomo è sufficiente un farmaco di automedicazione, detto anche farmaco da banco, che il farmacista ci può fornire senza la presentazione di una ricetta medica.

NO ALL’ AUTOPRESCRIZIONE

L ’impiego di medicinali senza il consulto del medico non deve assolutamente riguardare quei farmaci che, per la loro composizione e per le patologie cui sono destinati, possono essere acquistati solo con la ricetta medica. No, quindi, all’autoprescrizione, cioè all’ uso di farmaci sottoposti per legge a ricetta medica, che magari sono in nostro possesso perché acquistati su prescrizione del medico in una precedente occasione. No,soprattutto, all’assunzione di farmaci che, come indica la confezione, necessitano del controllo del medico. No, infine, alla scelta “personalizzata” del dosaggio e della posologia per quanto riguarda questi stessi tipi di farmaci. Se l’Autorità Sanitaria stabilisce che un farmaco debba essere utilizzato sotto stretto controllo medico, vuol dire che non esistono garanzie tali da permettere il “fai da te”.

Non bisogna dimenticare, infatti, che ogni farmaco può avere effetti collaterali indesiderati e che tali effetti possono diventare anche pericolosi se, ad esempio, un farmaco viene assunto per una patologia diversa da quella indicata, oppure se viene associato ad un altro farmaco ad esso incompatibile.

“REGOLE D’ORO” PER CURARSI DA SOLI IN MODO RESPONSABILE

Quali sono le regole fondamentali per evitare comportamenti rischiosi?

  •  Innanzi tutto occorre sempre consultare attentamente il foglietto illustrativo o l ’etichetta riportata sulla confezione prima di assumere il farmaco di automedicazione, controllando anche la data di scadenza del farmaco.
  • Il consulto del medico è sempre necessario per le donne in gravidanza e anche prima della somministrazione di alcuni antifebbrili ai bambini.
  •  Benchè, come si è detto, gli effetti collaterali dei farmaci di automedicazione siano generalmente molto limitati, è bene tenere presente che alcuni di essi possono indurre sonnolenza, ed è quindi sconsigliabile assumerli se si deve svolgere un ’attività che richiede vigilanza (guidare l ’auto, usare attrezzature pericolose,ecc.).
  •  Infine è buona regola ricordare che l ’automedicazione è rivolta contro specifici sintomi e pertanto, se dopo qualche giorno di trattamento il sintomo persiste, è opportuno consultare il medico

Tra le patologie otorinolaringoiatriche più frequenti nella stagione invernale ricordiamo le tonsillite acute e cronica,le faringiti,le laringiti, le otiti medie, le vertigini e le rinosinusiti.

MAL DI GOLA

Si tratta di un sintomo comune, che di solito si avverte sul fondo del palato, sulle pareti della gola (fosse tonsillari) fino alla faringe. L’ intensità del dolore varia da una semplice sensazione di corpo estraneo a un dolore tanto intenso da ostacolare la deglutizione. Di solito sono presenti rossore e infiammazione.

LE CAUSE – Il mal di gola è in genere di origine virale o batterica, ma può essere causato anche da agenti fisici o chimici come cibi o bevande troppo caldi, inalazione di vapori irritanti, aria eccessivamente secca o troppo umida. Inoltre il mal di gola può essere il primo sintomo di alcune malattie esantematiche, come il morbillo, la rosolia e la varicella.

CHE FARE QUANDO INSORGE? – Se il mal di gola è accompagnato da febbre, risulta utile il riposo a letto, in un ambiente non eccessivamente riscaldato e ben umidificato.E’ bene evitare gli alcolici, il fumo e le bevande calde; sono invece consigliate quelle fredde e i gelati. E’ pure consigliabile assumere liquidi e succhi di frutta, che sono ricchi di vitamina C e di sali minerali.

I FARMACI DI AIUTO – Le forme di mal di gola che possono trarre giovamento dai farmaci di auto-medicazione sono quelle lievi, di solito di origine virale. In questi casi possono essere utili gli antisettici (disinfettanti locali) in forma di compresse, collutori, ecc. Se presente febbre, è consigliabile aggiungere farmaci antifebbre (detti antiflogistici/antipiretici) contenenti, ad esempio, acido acetilsalicilico o paracetamolo da soli o in associazione con vitamina C. Possono essere utili anche alcuni antisettici (disinfettanti locali) in forma di compresse, pastiglie, collutorio o aerosol.

INFIAMMAZIONI NASALI:

Il naso è la porta di ingresso delle vie respiratorie. Le narici, che consentono all’aria di entrare e uscire, sono provviste di peli che servono per trattenere i corpi estranei di una certa dimensione presenti nell’aria. Le pareti interne del naso sono umide, ricche di vasi sanguigni e rivestite da cellule che producono muco e cellule provviste di ciglia vibratili.

Come funziona – La polvere, le particelle minute ma anche i microrganismi che provocano malattie (virus e germi) presenti nell’aria sono intrappolati dal muco. Le ciglia vibratili con il loro movimento svolgono una vera e propria azione di pulitura, indirizzando le particelle così intrappolate verso la faringe (il canale attraverso cui passano gli alimenti) per essere eliminate con la deglutizione. Il naso è una parte del corpo molto vascolarizzata, cioè particolarmente ricca di vasi sanguigni: il calore irradiato dai vasi presenti nelle pareti del naso consente all’aria di raggiungere rapidamente la temperatura del corpo. L’aria inspirata attraverso il naso viene perciò filtrata, riscaldata e umidificata. Può così raggiungere, una volta purificata, i polmoni.

INFIAMMAZIONI NASALI: PROCESSI INFIAMMATORI

Il normale funzionamento del naso può essere alterato da:

  • inquinamento
  • fumo
  • infezioni virali e batteriche

provocando un aumento della secrezione di muco o un incremento della sua consistenza con la formazione di crosticine. Nel primo casi si avrà il “naso colante”, nel secondo il “naso chiuso” o “naso tappato”. Il contatto diretto e prolungato di virus e batteri con la mucosa nasale può provocare processi infettivi acuti e cronici delle prime vie aeree:

  • rinite: più nota come raffreddore, causa una secrezione abbondante dal naso associata generalmente alla tosse. I bambini in età prescolare possono avere da 6 a 10 episodi di raffreddore l’anno. Nella maggior parte dei casi il raffreddore dura da 10 a 14 giorni. Gli antibiotici, come la penicillina, non hanno alcun effetto contro i virus del raffreddore
  • rinofaringite: in questo caso l’infezione interessa, oltre al naso, anche la gola. Accanto ai sintomi del raffreddore, quindi, si avverte mal di gola
  • sinusite: si verifica se l’infezione coinvolge anche i seni paranasali, ovvero le cavità interne delle ossa nasali ricoperte di mucosa e contenenti aria. L’insufficiente drenaggio delle cavità paranasali può favorire la diffusione dell’infezione anche a organi vicini, come le tonsille (causando tonsilliti) e le orecchie (otiti)

OTITE: l’infiammazione dell’orecchio si verifica soprattutto nei primi anni di vita, ed è quasi sempre una complicazione del raffreddore. Il naso comunica infatti con le orecchie attraverso due minuscoli canali, le tube di Eustachio. E’ attraverso questa via che i microrganismi responsabili della rinite raggiungono

INFIAMMMAZIONI NASALI: PREVENZIONE E TERAPIA

La presenza di muco ostruttivo nel naso costituisce per il neonato, il bambino e l’adulto un problema importante, che può sfociare in una o più delle infezioni sopra descritte. Una corretta pulizia del naso e l’eliminazione del muco sono utili a prevenire i disturbi da raffreddamento e a proteggere dalle infezioni delle vie aeree. Per permettere al muco e alle ciglia di svolgere al meglio il proprio lavoro, è importante soffiarsi spesso il naso.

LAVAGGI NASALI

Per i più piccoli, che fino a 6-7 anni non hanno ancora acquisito la tecnica per compiere questa operazione, può essere utile effettuare lavaggi nasali specifici, che servono sia a prevenire sia a curare eventuali infezioni. I lavaggi nasali sono particolarmente indicati per i lattanti, che respirano prevalentemente con il naso. Durante la poppata, poi, la respirazione con il naso è la sola possibile. Se il naso è ostruito il piccolo deve usare la bocca, una condizione che lo priva dei vantaggi della filtrazione e impedisce una corretta alimentazione e una sufficiente idratazione. Inoltre il ristagno di muco facilita le infezioni. Liberare il naso è dunque l’unico modo per consentire non solo di respirare bene, ma anche di evitare che catarro e infiammazione favoriscano un’infezione che può risalire verso le orecchie, raggiungere le tonsille o scendere verso la faringe e i bronchi.

Come effettuare il lavaggio – Il lavaggio nasale consiste nell’introduzione di liquido nel naso in modo da ripulire le fosse nasali dalle secrezioni stagnanti. Attraverso un getto nebulizzato, normale e forte (quest’ultimo indicato per gli adulti), è possibile effettuare un lavaggio delle fosse nasali. La soluzione passa infatti da una narice all’altra permettendo l’espulsione del muco. Il getto nebulizzato può essere usato per l’igiene quotidiana del naso, per liberarlo prima di ogni poppata e come aiuto in presenza di congestione nasale, starnuti e naso colante.

SCHEDA DEL RELATORE

( photos)
1 Gennaio 1970

Note: To see the pictures in the original Picasa album, click here

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1 Gennaio 1970

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