INCONTRI A TEMA IV EDIZIONE Martedì 19 aprile 2011 – ore 16,30
Dr. Renato Zappulo – cardiologo, responsabile UTIC Ospedale di Cassino
ABSTRACT DELLA CONFERENZA:
Il cuore è un muscolo che ha la funzione di “pompare” il sangue nelle arterie e far giungere a tutte le cellule dell’organismo il giusto apporto di sostanze energetiche e nutritive. Per funzionare il cuore, nella sua attività di contrazione, ha naturalmente bisogno di un appropriato apporto di ossigeno che gli viene fornito attraverso la circolazione di vasi arteriosi chiamati coronarie.
Se accade che, per motivi diversi, il flusso di sangue è ridotto od addirittura bloccato per la presenza di un restringimento o di una occlusione completa di una o più coronarie, tutte le fibre muscolari del cuore, situate a valle dell’ostruzione vascolare, vanno incontro a sofferenza ed in casi di persistenza dell’occlusione (circa 20 minuti) vengono danneggiate in modo irreversibile.
“L’infarto è quindi la morte di una parte più o meno estesa del muscolo cardiaco determinata dal blocco del flusso del sangue di una o più coronarie.”
Il tessuto necrotizzato va incontro, in seguito, ad un processo di lenta e progressiva cicatrizzazione. Circa il 7% dell’intera popolazione, di tutte le età, può essere colpito da manifestazioni di ischemia miocardica che vanno dall’angina pectoris da sforzo fino all’evento più grave che è appunto rappresentato dall’infarto. Va comunque segnalato che, nelle persone anziane, le manifestazioni cliniche tendono ad essere più gravi e le stesse cure spesso accompagnate da effetti collaterali.
La causa più frequente della malattia coronarica è l’aterosclerosi delle arterie coronariche che si restringono per formazione di placche che, inizialmente, riducono la circolazione ostacolandone il flusso, ma, a loro volta, possono subire “rotture” e determinare la formazione di un trombo occludente completamente il vaso coronarico. Da ciò si deduce che la prevenzione verso i fattori principali di rischio coronarico riveste un ruolo essenziale nella possibilità di ridurre l’impatto clinico-sociale connesso con la patologia ischemica cardiaca.
Vale ricordare la constatazione che le cure sono tanto più efficaci quanto più precoce è la loro attuazione. Educare la cittadinanza a saper riconoscere sia i sintomi premonitori sia quelli più specifici di un evento coronarico acuto e suggerire i relativi percorsi da seguire per ridurre i tempi nell’approntare la giusta terapia è uno dei principali scopi della prevenzione e successiva riduzione degli eventi più gravi e talora mortali.
In particolare vanno definiti sia i sintomi più rilevanti, quali i dolori in petto, la sudorazione profusa, il malessere generale etc. sia quelli apparentemente meno significativi quali nausea, affanno improvviso e breve, sedi atipiche del dolore etc. e come comportarsi per consentire al medico di confermare, con la valutazione clinica e gli opportuni esami, il sospetto diagnostico ed instaurare la terapia più adatta all’evento.
L’assioma che “il tempo è muscolo” sta appunto ad indicare di ridurre al minimo il tempo che intercorre tra l’inizio della sintomatologia e l’opportuna terapia per poter preservare da danni irreversibili la maggior quantità di fibre cardiache in sofferenza ischemica.
( photos)
1 Gennaio 1970
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