INCONTRI A TEMA IV EDIZIONE Martedì 22 febbraio 2011 – ore 16,30
Dr. Ottavio Di Marco – neurologo, resp. ambulatorio cefalee ASL FR, ospedale “SS. Trinità” Sora.
ABSTRACT DELLA CONFERENZA :
L’emicrania è una malattia spesso scambiata per un altro disturbo. Questo errore è molto spesso dettato dal convincimento – errato – che l’emicrania rappresenti il sintomo di un disturbo e non già una malattia vera e propria. Ma non solo.
Le cefalee originano dalla disfunzione di aree cerebrali –situate nella regione del tronco encefalico- non ancora ben individuate, e sono generate da meccanismi solo in parte noti, per cui appare più agevole, ed in qualche modo “rassicurante”, attribuirne la causa a fattori “individuabili” e perciò stesso più “trattabili”.
Uno dei miti più frequenti, ed ancora oggi più diffuso anche tra i “non addetti ai lavori” è rappresentato dalla “cervicale”. La “cervicale” è senza dubbio la diceria più frequente e più “sentita” nei Centri Cefalee. E pensare che la Classificazione Internazionale delle Cefalee non solo non la prevede ma addirittura esclude che la “cervicale” sia causa di per se di alcun tipo di cefalea! Piuttosto occorre sapere che l’emicrania può nascere dal collo o può estendersi al collo senza che questo voglia dire assolutamente nulla sullo stato delle articolazioni e dei muscoli cervicali. Spesso il dolore cervicale in corso di emicrania è solo un dolore “riferito”, né più né meno del dolore al braccio sinistro che può comparire nell’infarto miocardico.
Anche “sinusite” è un’altra favola dura a morire. Ciò è senza dubbio dovuto al fatto che molto spesso il dolore è localizzato nella regione frontale, può associarsi a lacrimazione e, perciò anche ad aumento delle secrezioni nasali. Poiché molto spesso viene consigliato in maniera frettolosa una radiografia del cranio, anche ad una semplice “velatura” dei seni frontali ne viene attribuita la causa. È necessario a questo riguardo un po’ di chiarezza:
1) la sinusite cronica non da mai cefalea;
2) la cefalea in corso di sinusite acuta deve essere associata a secrezione nasale muco-purulente, rinite, febbre e sintomi di infezione. Questo vuol dire che cefalee da patologie dei seni paranasali sono molto rare.
Quando poi il dolore è molto violento e riguarda anche il viso, la “nevralgia del trigemino” è un ottimo capro espiatorio. E’ però necessario sapere che il dolore emicranico può anche diffondere al volto. Inoltre nella nevralgia del trigemino, malattia tipica dell’anziano a differenza dell’emicrania che prevale nel giovane, il dolore è a scosse e dura secondi o frazione di secondo, non c’è nausea ne’ vomito, e coinvolge più frequentemente la parte più bassa del viso (branca mandibolare), a differenza dell’emicrania che invece interessa la parte alta del viso (branca oftalmica o mandibolare).
“E’ la vista”: questo equivoco nasce dal fatto che la sede più tipica del dolore emicranico è il territorio di distribuzione della prima branca trigeminale (nervo sovraorbitario) che fuoriesce proprio dal limite superiore dell’orbita. Spesso inoltre il paziente è infastidito dalla luce e, in casi più rari presenta , prima del dolore, dei disturbi di vista ( aura emicranica ) che possono spaventare molto il paziente, soprattutto ai primi episodi.
Ma anche “i denti” sono spesso additati come colpevoli dell’emicrania. Effettivamente talvolta il dolore emicranico si estende lungo il decorso anche della 2° o 3° branca trigeminale. Come differenziarlo? E’semplice: nausea, vomito, fastidio per luci e rumori, peggioramento con il movimento, scatenabilità con lo stress sono caratteristiche dell’emicrania, non dei denti.
Infine “la cefalea a grappolo”: attenzione anche qui. Cefalea a grappolo ed emicrania non sono la stessa cosa: la prima prevale nel sesso maschile, la seconda nel femminile; nel primo caso il paziente non riesce a stare fermo durante l’attacco e vaga per la stanza mentre, nell’emicrania, il paziente cerca di stare fermo perché il movimento lo fa stare peggio. La cefalea a grappolo dura decine di minuti, l’emicrania invece decine di ore.
Cosa ancora più importante: debbono essere trattate con terapie del tutto differenti.
La necessità di sfatare queste false convinzioni è dettata dal fatto che, se non precocemente riconosciuta, ed adeguatamente trattata, l’emicrania tende a cronicizzare, compromettendo grandemente la qualità di vita del paziente, esponendolo inoltre ai rischi connessi con l’abuso di analgesici.
( photos)
1 Gennaio 1970
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