INCONTRI A TEMA IV EDIZIONE Martedì 8 febbraio 2011 – ore 16,30
Dr. Massimo Di Veroli – biologo nutrizionista
ABSTRACT DELLA CONFERENZA :
Con sommo piacere ho nuovamente accettato l’invito dell’amico e collega Ricciuti ad illustrare un tema che, solo all’apparenza sembra mostrare delle contraddizioni.
Negli ultimi decenni alcuni studi epidemiologici, condotti su ampie popolazioni, tra le quali la nostra, hanno messo in evidenza l’importanza del ruolo degli stili di vita sull’influenza di patologie insorgenti nell’età adulta legate con il fenomeno dell’obesità. Le indagini condotte, ci riferiscono di una tendenza al sovrappeso nei maschi , rispetto alle femmine del 30,5% contro il 25% con una accentata prevalenza verso le aree geografiche del sud Italia (34%) rispetto al centro e nord (19%). La conferenza avrà come scopo quello di affrontare l’angusta problematica attraverso l’illustrazione delle seguenti tematiche:
DA DOVE VENIAMO – La nostra storia evoluzionistica alimentare.
Per capire come e perché accumuliamo peso nel corso della nostra vita, ci tornerà utile capire la nostra storia in termini evoluzionistici, una storia iniziata circa sei milioni di anni fa. Milioni di anni hanno contribuito a plasmare l’uomo, con caratteristiche psicofisiche sotto il controllo dalla legge dell’evoluzione. Lo studio delle abitudini di vita e alimentari ci aiutano a capire come, nel tempo sono insorte alcune caratteristiche fisiche, tali da consentire, al nostro corpo, di adattarsi a condizioni a volte proibitive che hanno condotto l’uomo nel corso della sua evoluzione attraverso l’Homo sapiens sapiens (da 100.000 anni ai giorni nostri). Naturalmente, nel corso di questa lunga storia l’uomo ha variato di continuo il suo stile di vita alimentare, in funzione dell’ambiente dove viveva e delle tecnonologie a sua disposizione.
UN EQUILIBRIO PERFETTO
L’argomento, di particolare importanza, e ci propone alcuni modelli di per se molto semplici i quali ci fanno capire come, ognuno di noi, può essere considerato come un vero e proprio “sistema chiuso”. Anche qui avremo modo di verificare come, a fronte di un sistema evoluzionistico decisamente lento per l’insorgere di mutazioni, si è trovato in collisione con radicali modifiche di diete e stili di vita i quali alterano questo sistema in equilibrio.
COMPOSIZIONE CORPOREA
Per meglio comprendere quale approccio seguire affinchè si possa dimagrire mangiando, illustreremo, in sintesi, la nostra composizione corporea vista da diverse angolazioni e prospettive chimico-fisiche. Questo ci risulterà utile per far comprendere, ad ognuno di noi come, il peso indicato dalla nostra bilancia di casa poco e niente ci dice sul nostro stato di composizione. Particolare attenzione sarà dedicata alle due componenti più influenti il nostro stato di salute; la massa magra e la massa grassa e le diverse funzioni di questi due tessuti.
TECNICHE DIAGNOSTICHE
Un cenno dovuto, per far comprendere a tutti noi di quali strumenti si avvale il nutrizionista per valutare lo stato di ripartizione della composizione corporea, illustrerà, in sintesi, alcuni metodi e strumenti comunemente usati in ambulatorio. Tra i metodi più utilizzati, lo specialità ricorrerà al rilevamento dei dati antropometrici, all’esame dei dati di psicometria e circonferenza vita, aiutandosi, laddove lo si richieda specificatamente, anche attraverso il monitoraggio dei dati bio-impedenziometrici. I risultati ottenuti saranno costantemente valutati e comparati al fine di ricorrere ad adeguati interventi nutrizionali e di stili di vita quotidiana.
LA GIUSTA ALIMENTAZIONE – Si può effettivamente dimagrire mangiando!
Finalmente ci accingiamo, dopo aver evidenziato alcuni concetti, quali; l’alimentazione, la nutrizione e l’educazione alimentare, a proporre alcuni utili consigli per far si che ognuno di noi, in relazione all’età, possa trarre beneficio dal cibo in corrispondenza di una esigenza dell’organismo. Progressivamente, analizzeremo le diverse esigenze, dal bambino, all’adolescente, all’individuo adulto e per tutti coloro che si trovano nella fascia della terza età. Nel corso dell’argomento saremo in grado di capire il ruolo di ogni gruppo di nutrienti e far tesoro di alcuni dati di semplice comprensione ma, nello stesso tempo utili per bilanciare i nostri fabbisogni alimentari. In particolare l’eziologia nutrizionale dell’obesità va ricercata, nella maggioranza dei casi, nell’incremento calorico rispetto al fabbisogno del soggetto e, parallelamente nello squilibrio dei nutrienti assunti attraverso l’alimentazione. L’aspetto energetico rappresenta, nella dieta, uno dei punti cardine dell’obesità nell’ambito dei nutrienti assunti nell’arco delle 24/h. In tutti gli individui, il lento e progressivo sbilanciamento energetico verso un surplus, mantenuto cronicamente per lunghi periodi di tempo, contribuisce all’incremento del fattore obesità. Nell’ambito di questo aspetto, il progressivo decremento delle attività fisiche e di movimento, anche attraverso una serie di strumenti tecnologici che ci rendono una vita sempre più semplice ma parimenti priva di “stimoli”, volti a mantenere un adeguato livello di massa grassa corporea. Per altro, le diete attuali, povere di fibre e ricche di grassi e prodotti altamente industriali raffinati, ha comportato e comporta sempre più un aumento del fenomeno. Nell’ambito di questi presupposti, lo specialista dovrà tenere in considerazione diversi fattori legati all’alimentazione del soggetto; l’apporto di grassi, fibre, carboidrati, la frequenza dei pasti e dei fuori-pasto. Solo attraverso un adeguato studio delle abitudini alimentari e l’introduzione di strumenti di correzione, il fenomeno dell’obesità potrà essere circoscritto con lo scopo di evitare che le prossime generazioni ereditino abitudini alimentari e stili di vita decisamente deleterie per il nostro corpo. L’apparato muscolare scheletrico, per altro è un tessuto in completa evoluzione e trasformazione nel corso della nostra vita. Il nostro organismo, nel corso dell’evoluzione delle specie viventi, fonda la propria sopravivenza, prevalentemente su processi aerobici dettati dal progressivo aumento della frazione di ossigeno presente nella miscela di aria che respiriamo. Per tali ragioni, si dovranno prediligere attività sportive aerobiche. Anche in questo caso, lo specialista, dovrà indirizzare il soggetto verso gli sport di resistenza (podismo, nuoto di fondo, ciclismo), attività che si protraggono per tempi superiori ai 60’. In sintesi, l’attività motoria diviene fattore di grande importanza per incrementare l’energia spesa dal soggetto, abituandolo a mantenere un adeguato livello di performance fisica, aumentando la sua componente muscolare e, pertanto, il suo metabolismo basale. Nel contempo ci si adopererà per limitare al massimo la sedentarietà e pigrizia nei movimenti i quali, associati ai cibi iper-calorici, si tramuteranno, inevitabilmente, in un aumento dell’obesità di ognuno di noi.
I SEGNALI DELLA FAME E SAZIETA’
In questo argomento tratteremo, anche se in via sintetica, il ruolo di alcune parti del nostro cervello, deputate al controllo di questi stimoli, con particolare riguardo alla funzione di alcuni ormoni che ne regolano le fasi. Di seguito avremo modo di analizzare uno degli argomenti più importanti nel ruolo degli stimoli fame/sazietà, quali lo stressor ed il problem solving sino ad arrivare alla nota sindrome generale di adattamento di Selye.
L’OBESITA’ – Una patologia in costante aumento.
Una patologia purtroppo in aumento che colpisce molti individui senza distinzione di sesso, età e ragione sociale. L’eziologia dell’obesità presenta molteplici componenti, non solo di natura genetica, ma, per lo più di tipo sociale, culturale e psicologico. Nell’ambito dei paesi più industrializzati, tra i quali anche il nostro, a decorrere dal dopo guerra fino ai giorni odierni, l’incremento della prevalenza dell’obesità, sia essa in età adulta che durante l’infanzia e l’adolescenza, si è verificato in concomitanza di progressive modificazioni alle abitudini alimentari e dello stile di vita quotidiano. Analizzeremo alcune delle principali cause di obesità fino ad illustrare la nota teoria lipostatica con i suoi effetti sul catabolismo dei tessuti grassi e gli stimoli anabolici con particolare riguardo all’assunzione del cibo. Ciò suggerisce che segnali provenienti dal tessuto adiposo (adipociti) possano influenzare i circuiti ipotalamici e, pertanto il controllo della fame/sazietà. Attraverso adeguati feedback, un aumento dei segnali ipostatici tendono ad una graduale aumento del catabolismo sino a giungere ad un aumento del contenuto adiposo ed un blocco della sensazione di fame. Di contro, una progressiva diminuzione di tali segnali portano ad un aumento di processi anabolici ed una maggiore sensazione di fame con conseguente ipertrofia degli adipociti presenti nel nostro corpo. Una disregolazione dei circuiti ipotalamici, può portare ad una tendenza all’obesità o ad una perdita progressiva di peso corporeo.
( photos)
1 Gennaio 1970
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