La parola farmaco deriva, come molti termini scientifici, dal greco (pharmakon, veleno), intendendo una sostanza estranea al nostro organismo capace di indurre modificazioni funzionali attraverso un’azione fisica, chimica o fisico-chimica. Il medicamento è, invece, una sostanza destinata a curare un organismo. I due concetti sembrano simili ma sono, evidentemente, ben diversi.

Il farmaco può curare le cause di una malattia o solo i suoi sintomi, ad esempio nel caso di una infezione batterica con mal di gola e febbre, l’antibiotico curerà la causa (eziologia) e l’antifebbrile il sintomo (sintomatologia). Nel primo caso è essenziale l’intervento del medico, della sua diagnosi e prescrizione, nel secondo caso possiamo spesso ricorrere al “fai da te”, sempre con il consiglio del farmacista, perchè l’assunzione di un rimedio sintomatico può “mascherare” i sintomi, impedendo poi al medico di emettere una corretta diagnosi.

Prima di essere autorizzato dal Ministero della Sanità il farmaco è stato oggetto di sperimentazioni e studi (la sperimentazione clinica si articola in quattro fasi: fase I: farmacologia clinica, fase II:  studio di efficacia, fase III: studio multicentrico, fase IV: studi condotti dopo la commercializzazione). Solo dopo aver superato numerosissimi esami che ne attestino l’efficacia e che ne individuino gli eventuali effetti collaterali ed indesiderati, viene registrato e diventa disponibile in farmacia. Giova ricordare che molti farmaci vengono ottenuti per sintesi chimica, mentre molti sono di origine naturale. Attenzione, i prodotti naturali non sono necessariamente innocui! Bisogna, quindi, introdurre un concetto: la maneggevolezza, cioè il rapporto tra dose attiva e dose alla quale compaiono i primi effetti indesiderati.

I farmaci acquistabili senza ricetta sono caratterizzati da elevata maneggevolezza, ma non possono essere utilizzati senza una adeguata informazione, specie in presenza di patologie (es. ulcera o gastrite) o condizioni (gravidanza o allattamento).

Per essere somministrabile il farmaco assume una forma (detta farmaceutica) e diventa, ad esempio, sciroppo, gocce, compresse. Ci sono forme farmaceutiche mono e multidose; le compresse sono forme farmaceutiche monodose, gli sciroppi, le gocce  sono forme farmaceutiche multidose.

Il confezionamento assume particolare importanza per la conservazione: esistono compresse in blister ed in flacone, pomate in tubo ed in vaso. Parleremo più innanzi dei vantaggi e degli svantaggi dei diversi tipi di confezionamento.

Le informazioni circa il corretto uso sono di due tipi: specifiche e generali. Per ovvi motivi riporteremo solo quelle “generali” rinviando ad un approfondimento con il proprio farmacista le informazioni “specifiche”, relative ad un determinato farmaco.