INCONTRI A TEMA III EDIZIONE Martedì 2 marzo 2010 – ore 16,30

Dr. Mario Patra – specialista urologia ospedale civile “SS. Trinità” Sora

ABSTRACT DELLA CONFERENZA:

Il costante aumento dell’età media ha determinato l’aumentata osservazione di numerose patologie, e tra queste anche l’ipertrofia prostatica benigna. Lo sviluppo della ghiandola prostatica rappresenta un processo dovuto all’ormone maschile, il testosterone, e quindi interessa tutti gli uomini, che sono così destinati nel tempo a dover fare i conti con la propria prostata. Non bisogna però pensare che le patologie della ghiandola prostatica siano appannaggio solo della terza età, poiché si incomincia spesso intorno ai 16-18 anni con le infiammazioni della ghiandola, le prostatiti. Si tratta di flogosi che derivano spessissimo da infezioni sessualmente trasmesse, e che necessitano di terapie mediche prolungate nel tempo per averne ragione. In caso di cronicizzazione della prostatite, il paziente non corre alcun pericolo di vita, beninteso, ma ci troveremo di fronte ad un soggetto che sicuramente nel tempo svilupperà disturbi minzionali in assenza dell’accrescimento della prostata. Dai 45-50 anni in poi dobbiamo fare i conti con lo sviluppo benigno della prostata, l’ipertrofia prostatica, e con il carcinoma prostatico. Quest’ultimo è spesso su base familiare, viene diagnosticato sempre più precocemente grazie al PSA, e rappresenta il secondo tumore per incidenza nel sesso maschile. Il problema costituito dal tumore della prostata è l’assoluta mancanza di sintomi nelle prime fasi, per cui ancora capita di fare diagnosi in una situazione avanzata con minori possibilità terapeutiche.

Per quanto concerne invece l’ipertrofia prostatica benigna, che poi è il tema dell’incontro, come abbiamo già detto rappresenta la normale evoluzione dello sviluppo della ghiandola prostatica. Spesso i disturbi associati a questo sviluppo, e cioè il dover urinare frequentemente, doversi svegliare anche più volte durante la notte per lo stimolo alla minzione, vedere che bisogna “concentrarsi” per far uscire l’urina e per di più con un getto decisamente indebolito e magari con la sensazione di “ non averla fatta tutta”, vengono percepiti come la normale evoluzione correlata al sopravanzare degli anni. In parte ciò è vero, ma è anche vero che se affrontata in tempo, l’ipertrofia prostatica è gestibile con una adeguata terapia medica che consente di migliorare la qualità della vita e di ridare fiducia al paziente. Nei casi avanzati, quando nonostante la terapia medica, è evidente che la situazione non migliora e per di più la vescica lavora a pressioni troppo elevate, allora è la terapia chirurgica a farla da padrona consentendo, sia con la chirurgia tradizionale che con l’endoscopia nella maggior parte dei casi, di riacquistare il benessere perduto.

Bisogna anche sfatare le “leggende metropolitane” secondo le quali operarsi alla prostata significa perdere la propria virilità. Questo è vero solo nei casi, e fortunatamente non tutti, di tumore prostatico, mentre il paziente affetto da ipertrofia prostatica benigna manterrà inalterata la propria potenza sessuale. E’ altrettanto importante effettuare la prevenzione sottoponendosi, almeno una volta l’anno, dopo i 50 anni di età, al dosaggio ematico del PSA totale e libero.

Infine, per quanto concerne la terapia medica, questa se utilizzata per tempo consente anche di prevenire parzialmente lo sviluppo della ghiandola prostatica, come pure l’utilizzo di estratti vegetali in casi selezionati può dare risultati migliori rispetto alla terapia medica tradizionale.

( photos)
1 Gennaio 1970

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